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Chen Qiushi: il cittadino reporter cinese che da Wuhan racconta l’epidemia

Scritto da Cristina Bassi

Quanto segue è la mia traduzione di un articolo apparso su GlobalVoices, che racconta la coraggiosa epopea del cittadino reporter Chen, dentro il cuore della epidemia. Non abbiamo molte fonti dirette e sappiamo il perché… Ma anche le nostre fonti occidentali… sappiamo perché.
Un articolo, non di ordine clinico questa volta come in altri articoli pubblicati sul tema, anzi una cronistoria del protagonista, importante anche per riflettere sulla gestione di una gigantesca crisi della salute, ed anche sulle risposte della gente comune, che da questo report non pare cosi diversa  da come potrebbe essere ad altre latitudini, a noi più note…Idem per le descrizioni di carenze e gli “aggiustamenti” di emergenza.

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L’ ex avvocato per i diritti umani, nonchè famoso cittadino reporter  Chen Qiushi arriva a Wuhan city, il centro dell’epidemia di coronavirus, il 24 gennaio 2020, per riferire dall’interno della città in quarantena.

Sebbene il primo caso di coronavirus fosse emerso l’8 dicembre, i media cinesi cominciarono a trattare la notizia il 31 dicembre e la vera portata dell’epidemia giunse solo il 20 gennaio quando l’importante pneumologo cinese, il dr. Zhong Nanshan ammise che l’epidemia era entrata nella fase di trasmissione da umano a umano.

Dopo l’annuncio di Pechino, che tutta la città di Wuhan sarebbe stata messa in quarantena il 23 gennaio, la preoccupazione del circolo dei giornalisti indipendenti è stata che nessuno avrebbe potuto dare notizie sulla situazione, nella città sigillata.

Chen ha costruito la sua reputazione, occupandosi delle proteste di Hong Kong in agosto. Sebbene fosse stato tormentato e zittito dalle autorità cinesi, dopo il suo viaggio a Hong Kong, continuò a far sentire la propria voce su Twitter e Youtube

Nel seguito un riassunto  dei suoi resoconti  dal centro della pandemia dal 24 gennaio al 2 febbraio

24 gennaio: le informazioni dovrebbero viaggiare più veloci del virus

Dopo essere arrivato a  Wuhan intorno alle 22.00, Chen chiede animatamente ai cittadini di essere contattato via WeChat promettendo di relazionare sullo stato reale della situazione a Wuhan. Anticipa che la polizia di sicurezza nazionale si sarebbe scagliata contro di lui, ma fa tre promesse:

1.  Non avrebbe diffuso dicerie, non avrebbe creato panico sociale, non avrebbe insabbiato la verità
2. Avrebbe protetto se stesso e non sarebbe andato da pazienti in serie condizioni
3. Non avrebbe lasciato Wuhan fino a che l’epidemia non fosse stata sotto controllo, anche se avesse contratto il virus.

Sottolinea che la diffusione della SARS (17 anni fa) e il coronavirus di Wuhan erano dovute ad un insabbiamento della epidemia del virus  e che i Cinesi non avrebbero dovuto ripetere lo stesso errore: l’informazione avrebbe dovuto viaggiare più velocemente del virus.


25 gennaio: visita all’ospedale centrale di Wuhan

L’account di Chen in WeChat viene sospeso per un mese dopo la sua pubblicazione del video del 24 gennaio. Secondo la  notifica di We Chat , Chen viene accusato di diffondere delle dicerie ed altro contenuto illegale.

Alle 2, Chen visita l’ospedale centrale di Wuhan , dove trova un pronto soccorso relativamente tranquillo, di 30 pazienti. Prima di mezzogiorno, Chen viene obbligato a fare le valige dal suo ostello, dato che le autorità locali hanno emesso un ordine: gli operatori di ostelli non devono accettare residenti non locali.

Chen visita anche un numero di amici a Wuhan, uno di loro ha fatto una maschera fai da te:

“Oggi ho visitato alcuni amici a Wuhan. Mi hanno portato all’ospedale di Jinyintan. Sono riuscito appena a parlare con un medico e non sono potuto entrare nell’ospedale. Mi hanno impressionato il coraggio e l’ottimismo dei Wuhanesi”.

26 gennaio: un cadavere all’ospedale Nr.11 di Wuhan

Chen intervista una infermiera dell’ospedale Nr 11 di Wuhan che dice che la situazione  è molto meglio di prima, prima del nuovo anno lunare, quando la guardia medica era stata inondata  da migliaia di pazienti. A quell’epoca il governo non stava fornendo assistenza e gli operatori medici erano lasciati senza attrezzature di base per la protezione. Anziché andare per canali ufficiali, l’ospedale fu costretto a fare degli appelli pubblici attraverso i social media.

L’infermiera denuncia anche degli sforzi del governo, per un “controllo dei fatti” sui social media e dice: “affermano che sia un fake il video che mostra 3 corpi morti dall’ospedale di Wuhan della Croce Rossa. Come le ho detto, erano veramente cadaveri, anche se non abbiamo potuto verificare se erano morti a causa del corona virus”

Chen esprime le sue preoccupazioni sulla trasmissione da umano a umano dentro l’ospedale, dato che tutti i pazienti condividevano la stessa guardia medica. Nota che l’igiene fuori dall’ospedale è piuttosto cattiva: maschere usate e vomito erano ovunque. 

27 gennaio: panico sociale e società divisa

Chen esprime frustrazione per la mancanza di iniziativa civica per aiutarsi tra persone durante la crisi: “Tutti divisi. Continuano a lamentarsi e a discutere sulla politica del governo ma non si rendono nemmeno volontari per aiutare a ricevere e distribuire risorse mandate da fuori Wuhan.”

Chen cita anche come lo scrittore di fatti di attualità, Wang Yajun sia stato minacciato dalle autorità di Hubei per i suoi commenti sulla pandemia.

28 gennaio: ‘Wuhan come l’inferno’

In mattinata, Chen aiuta a consegnare forniture mediche e cibo allo Wuhan Union Hospital. Poi visita il sito dove si sta costruendo l’ospedale Huoshenshanl, uno dei due ospedali che Pechino ha promesso di finire in 10 giorni.

Di sera poi intervista a Wuhan dei cittadini che criticano le autorità locali per aver mancato di avvisare i residenti locali sulla pandemia e per la loro mancanza di sostegno pubblico per la città in quarantena, il primo giorno  del Nuovo Anno Lunare. Il giovane uomo ha paragonato Wuhan all’inferno: la gente non poteva prendere mezzi pubblici verso gli ospedali e nessuno rispondeva al numero di emergenza.

Anche se i pazienti riuscivano ad andare in ospedale, a loro venivano dati solo anti-infiammatori. Alla maggior parte di loro non venivano fatti dei test e se erano stati infettati dal virus veniva loro detto di stare in quarantena e di tornare a casa.

In due giorni il video di Chen diventa virale su Twitter e YouTube.

29 gennaio: una infermiera infettata scoppia a piangere

Chen visita l’ospedale di Wuhan Nr 5 dove ci sono circa 100 persone.  Una infermiera scoppia a piangere e urla fuori dall’ospedale, nel parcheggio, poiché infettata in ospedale, ma senza aver potuto avere un letto in nessun ospedale. Si diffondono voci on line che dicono che l’ospedale aveva un numero di operatori medici infettati, ma ai medici era stato ordinato di non parlare coi media.

30 gennaio: casi identificati non sono stati confermati

Chen dice il suo nome e volto ed entrambi vengono bloccati su WeChat. Ogni distribuzione del suo video poteva venire bannata in We Chat. Dice che i taxisti sapevano della epidemia del virus già da metà dicembre. Secondo fonti dalla chat room di un taxista di Wuhan, c’erano 20.000 taxi in Wuhan e solo 6000 erano operativi durante la quarantena.  I residenti dovevano contattare gli amministratori del distretto per concordare un taxi

Chen dice che il giorno prima aveva seguito un paziente al Tongji Hospital, dove i pazienti ricevevano trattamento ma non c’erano abbastanza letti. Secondo Chen, il suo amico chiede un test ma non ci sono  abbastanza tester di coronavirus per verificare la sua infezione.

31 gennaio: 4 infettati confermati, in una sola famiglia

Chen tenta di fare visita ad una famiglia che ha 4 pazienti infettati, confermati. Due ospedalizzati e la madre 84enne morta in mattinata. Il figlio era stato confermato infettivo il 23 gennaio, ma non c’erano letti disponibili.  Chen non riesce a fare visita a questa famiglia. Poiché quel distretto residenziale viene chiuso con le guardie ferme davanti ai cancelli.

1 e 2 febbraio: viene arrestato il  reporter cittadino Fang Bin

Chen posta su Twitter e Youtube molti video da altre fonti di cittadini.

Il primo mostra una grande folla fuori da una farmacia; tentano di comprare una medicina cinese che si chiama shuanghuanglian.
Il 31 gennaio, la  Chinese Academy of Sciences, pubblica un contributo nel The People Daily News affermando che la medicina potrebbe sopprimere la replicazione del virus.  Mentre gli esperti medici ammettono che non c’era alcuna evidenza clinica sulla efficacia della medicina, acquirenti in panico hanno acquistato tutta la medicina disponibile sul mercato.

Il secondo mostra funzionari della sicurezza nazionale, travestiti da funzionari per il controllo delle malattie, che visitano a Wuhan il cittadino giornalista Fang Bin, nella tarda notte, affermando di sospettare che lui fosse infetto.

Il 31 gennaio, Fang Bin carica un video fatto a Wuhan, all’ospedale Nr 5, che mostra come i cadaveri dall’ospedale venivano mandati alla cappella funeraria e pensa che questa sia la vera ragione del suo arresto.

Fang viene rilasciato  il giorno successivo e parla dell’incidente a mezzo del canale Youtube di Chen. La polizia lo ha accusato di creare panico sociale.

Sia Fang che Chen stanno cercando di indagare tra le storie relative al numero di morti del coronavirus di Wuhan. Chen ha fatto visita alla cappella funeraria  di Hanhou, il 29 gennaio  e ha trovato che nel tempo di 1h30min, 4 veicoli  sono entrati nella cappella funeraria, un centro di cremazione apposito per corpi infettati dal coronavirus.

Il 31 gennaio, Fang Bin scopre che un veicolo parcheggiato all’entrata del ospedale Nr 5, era stato caricato con 8 cadaveri.

Durante l’arresto di Fang, funzionari preposti per far rispettare la legge, hanno affermato che dovevano mettere Fang in quarantena, poichè era stato in contatto con degli infettati. Il 2 febbraio è stata emesso un nuovo regolamento amministrativo che afferma che i funzionari per il controllo delle malattie,  erano autorizzati  a portar via individui che erano stati in contatto con degli infetti.

Chen ha sottolineato che il nuovo regolamento poteva essere usato come scusa per arrestare cittadini reporter, incluso lui stesso. Ha sollecitato gli altri a far sentire la propria voce.

Fonte: https://globalvoices.org/2020/02/06/chen-quishi-a-citizen-journalist-on-the-frontline-of-the-wuhan-coronavirus-outbreak/

Traduzione : M.Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net

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