Settimane ormai di incendi tremendi sul pianeta con tragiche conseguenze per tutti i regni che esso ospita. I polmoni di ossigeno per la nostra razza sul pianeta sono sotto attacco. Inevitabile che mi tornino alla memoria certe tesi, già pubblicate qualche anno fa: E se qualcuno stesse terra-formando il nostro pianeta?
Amazzonia in fiamme
Comincio con il tema Amazzonia in fiamme, con la mia traduzioni dalla rivista alternativa Waking Times:
“ Numero record di incendi incontrollati nella Foresta Amazzonica, ha detto l’agenzia spaziale del Brasile. Il loro fumo è visibile dallo spazio e ha avvolto nella oscurità la città di San Paolo per circa un’ora. Cosi ha riportato la CBS news.
L’oscuramento di San Paolo, causato dal vento che ha portato il fumo degli incendi a 2700 km di distanza, ha costretto a riporre attenzione internazionale sugli incendi, quando l’hashtag a #prayforamazonia ha iniziato a viaggiare su Twitter.
Lunedi , il National Institute for Space Research (INPE) del Brasile, ha anche annunciato che un numero record di incendi stavano consumandosi nella foresta pluviale più grande del mondo, cosi ha riportato Al Jazeera.
L’agenzia ha detto di aver individuato, da gennaio, circa 73,000 incendi nella Amazzonia brasiliana: l’83 per cento in più dello scorso anno. Immagini satellitari hanno presentato più di 9500 nuovi incendi solo da martedi
Gli incendi i sono presentati anche nelle immagini satellitari del National Aeronautics and Space Administration (NASA), catturate l’11 e il 13 agosto (2019). L’agenzia statunitense ha detto che l’attività degli incendi nell’Amazzonia, quest’anno è stata al di sotto della media. Mentre è stata sopra la media negli Stati dell’Amazzonia e Rondônia, era sotto la media nel Mato Grosso e Pará.
Lo Stato dell’Amazzonia ha dichiarato una emergenza per il suo sud e la sua capitale Manaus e questo il 9 agosto, cosi ha riportato la Reuters. Lo Stato di Acre, al confine del Brasile col Perù, ha dichiarato un allarme ambientale.
Gli incendi incontrollati in Amazonia, che è un bacino importante per l’anidride carbonica, negli ultimi anni sono aumentati a causa della crisi climatica e della deforestazione, così ha riportato il The Washington Post.
L’aumento complessivo di incendi in questo anno, coincide anche con l’elezione del Presidente Jair Bolsonaro, che ha promesso di aprire di più l’Amazzonia a miniere e agricoltura. Mentre gli incendi sono consueti nella stagione secca, gli stessi si possono appiccare illegalmente per spianare la terra per il bestiame; l’INPE (Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale, Br) ha detto che l’alto numero di incendi quest’anno, non può essere imputato esclusivamente al clima.
“Non c’è nulla di anormale nel clima in questo anno o nelle precipitazioni nella regione amazzonica, che sono appena sotto la media” ha detto il ricercatore INPE Alberto Setzer, alla Reuters.
Ma Bolsonaro ha respinto l’idea che la sua politica abbia colpe. Ha sottolineato che questo era il tempo dell’anno chiamato queimada: quando i contadini fanno pulizia della loro terra con il fuoco. I numeri provenienti dall’ INPE, sopraggiungono settimane dopo che Bolsonaro licenziò il direttore dell’Agenzia, dopo che questa pubblicò dati drammatici sulla deforestazione, che Bolsonaro affermò essere falsi, così ha riportato la BBC News.
L’INPE ha detto che la deforestazione è aumentata dell’88 percento nel giugno 2019, rispetto all’anno prima. L’ INPE dice che i suoi dati sono accurati al 95%.”
Siberia: immagini dal satellite indicano ampie face dell’Artico in fiamme
Nel seguito invece la mia traduzione sulla situazione in Siberia ed Artico, fonte Eaerther, con immagini satellitari (andate al link per vederli)
“Ampie distese delle latitudini nord della Terra sono ora in fiamme. Un clima caldo ha ingolfato un’ampia porzione dell’Artico: dall’Alaska, alla Groenlandia, alla Siberia. Questo ha contribuito a creare condizioni mature per incendi incontrollati, inclusi alcuni veramente enormi che ardono in parti remote della regione e che sono visti dai satelliti
Pierre Markuse, un guru delle immagini satellitari, ha documentato alcuni incendi che hanno attaccato le foreste e alcune torbiere dell’Artico
Le immagini (al link) rivelano che i delicati paesaggi con fiumi che si intrecciano , con montagne che svettano e vaste fasce di foreste, sono tutti sotto una spessa coltre di fumo.
In Alaska quelle immagini indicano parte del danno causato da incendi incontrollati che, in questo anno, hanno bruciato più di 1,6 milioni di acri di terra. All’inizio di questo mese (articolo del 18.7.2019, ndt) grandi incendi hanno portato fumo in grandi città, a cavallo della temperatura di 90° [immagino intenda Farenheit, che sono equivalenti a ca 50° Celsius] , record storico a Anchorage (Alaska)
Condizioni di intenso caldo hanno gettato benzina sul fuoco in Siberia. La natura remota di molte delle fiamme in quell’area, indicano che stanno bruciando fuori controllo, attraverso strisce di torbiere che di solito sono congelate. Ma, come ha fatto notare su Twitter Thomas Smith, un esperto di incendi della London School of Economics, ci sono ampi segni che la torba si sia seccata a causa del calore e abbia preso fuoco.
Questo è molto preoccupante, perché la torba è ricca di carbonio e gli incendi possono rilasciarlo nella atmosfera come anidride carbonica. I fuochi della torba possono anche ardere sottoterra in inverno e riaccendersi in primavera
C’è poi lo strano incendio che si è diffuso in Groenlandia la scorsa settimana. E’ un paesaggio più noto per il suo ghiaccio, ma è la seconda volta negli ultimi 3 anni, che incendi incontrollati hanno arso la Groenlandia occidentale.
Ci sono pochissimi precedenti nella storia per questi tre tipi di fiamme ed anche se non sono della portata di ciò che sta accadendo in Alaska e Siberia, sono tuttavia un altro sintomo della transizione dell’Artico in uno stato più volatile, mentre il pianeta si riscalda.
Detto questo, gli incendi del nord, a giugno hanno rilasciato anidride carbonica pari a quanto fatto dalla Svezia in questo anno, e questo secondo i dati de the European Union’s Copernicus program.
L’agenzia ha detto che l’attività di incendi incontrollati “non ha precedenti”, nel mese di giugno, che pare essere stato il più caldo mai registrato sul pianeta , con un Artico particolarmente soffocante. Tutta quella anidride carbonica rilasciata dagli incendi, rappresenta uno dei riscontri più spaventosi del cambiamento climatico, dato che climi caldi consentono più incendi che rilasciano anidride carbonica ch peggiora il clima.
La foresta boreale che circonda la porzione a nord del mondo, è testimone di un periodo di attività di incendi incontrollati, che non si è mai vista da almeno 10,000 anni e questa estate è un altro allarmante punto di raccolta dati”.
Traduzione M.Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net
https://earther.gizmodo.com/satellite-images-show-vast-swaths-of-the-arctic-on-fire-1836500468?