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RT: quanto è veramente letale il Covid-19? Fuorviante un cosi alto tasso di mortalità in Italia

Scritto da Cristina Bassi

Traduco nel seguito un articolo apparso su Russian Tv (RT) il 25.3.20, a firma di  Peter Andrews, un giornalista scientifico irlandese, nonché scrittore, che vive a Londra. Andrews è laureato in genetica, alla University of Glasgow, ed ha un curriculum in scienze biologiche.

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In Italia la proporzione delle persone infette che muoiono di nuovo coronavirus – il 10% secondo le stime ultime- sembra schizzare alle stelle.  Non ci sorprende tuttavia, che ci sia dell’altro che balza agli occhi, oltre questi terribili numeri

Non serve essere esperti per calcolare il tasso di mortalità. Si fa dividendo il numero delle persone morte per il virus, per il totale dei casi confermati. Nel caso dell’Italia, 7503 morti diviso 74.386 infettati. Il risultato ci da il tasso di mortalità di circa il 10%.

Ma non significa che 1 su 10  che contrae il virus morirà, nonostante ciò che i media istigatori di paura, vogliono farvi credere.

Il primo numero, quello dei morti da Covi-19, non può essere sottostimato, perché uno o è morto o è vivo. Quando una persona muore di solito finisce subito nelle statistiche nazionali

Ma il numero più grande, ovvero i casi confermati, per definizione deve essere una sottostima. Sarebbe impossibile che in un paese, tutti quelli positivi al virus siano già stati testati ed aggiunti ai casi confermati.

Il virus può essere dormente nelle persone fino a due settimane. Ed i giovani possono avere sintomi molti lievi o niente del tutto e tuttavia essere positivi al virus. Dato che quella cifra è per definizione troppo bassa, i tassi di mortalità comunicati sono per definizione troppo alti.

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I test che hanno fallito

Un altro fatto è che i governi sono spinti ben oltre le loro possibilità per ciò che riguarda i test di massa e la tracciatura dei contatti ed alcuni paesi più di altri. Con la tipica efficienza, la Germania è al top della situazione per ciò che concerne i test e di conseguenza ha colto molti casi lievi. Quindi hanno un alto numero di casi confermati, relativamente al vero numero di infettati in Germania.

Tutto ciò tiene basso il tasso di mortalità in Germania, allo 0,5%, mettendo in confusione gli esperti  che si attendono scene apocalittiche negli ospedali, scene che molto probabilmente si sono materializzate solo in Italia.

Forse i casi monteranno presto anche in Germania ed il loro tasso di mortalità salirà verso il 4 o 5% che sembra essere la media europea. Ma a causa delle persone asintomatiche (la maggioranza secondo la miglior ricerca), anche questo è un dato esageratamente alto.

Si applichi questo principio all’Italia, il cui capo della protezione civile Angelo Borrelli [ nel mentre noi sappiamo: https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/25/coronavirus-angelo-borrelli-ha-la-febbre-ma-la-protezione-civile-conferma-conferenza-stampa-delle-18-bertolaso-ricoverato-al-san-raffaele/5748819/  n.d.t]  ha detto a La Repubblica lunedi u.s. che :
“E’ credibile stimare che ci siano 10 casi positivi per ogni singolo  ufficialmente riportato”.

Se ciò fosse vero e 640.000 persone fossero infettate in Italia, il loro vero tasso di mortalità in un colpo diventerebbe l’1% anziché il 10% . Cosi in tal contesto, la scala del problema inizierebbe ad apparire ben diversa.

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La causa della morte

Tuttavia un’altra ragione per cui il tasso di mortalità gonfiato in Italia, è come là vengono registrate le morti.

Il Prof. Walter Ricciardi, un consulente del ministero italiano della salute, ha detto al Telegraph lunedi u.s. che “il modo in cui codifichiamo le morti  nel nostro paese, è molto generoso, nel senso che tutte le persone che sono morte negli ospedali con il coronavirus, vengono considerate come morte DI coronavirus’’

Un esperimento di pensiero può delucidare su questo. Immaginate che mille persone, tutte sopra i 75 anni, siano morte in ospedali nel nord Italia la settimana scorsa. Che tutte loro siano risultate positive al coronavirus, ad un certo punto, durante le ultime settimane.

La grande maggioranza delle morti da Covid-19, il 99% secondo la ricerca italiana, avevano avuto una morbilità (incidenza di malattia) se non due o tre. Queste sono problematiche sottostanti, come ad esempio malattie cardiache, cancro o varie infezioni. Alcuni potrebbero essere stati comatosi, attaccati a macchine per tenerli in vita, e per la respirazione artificiale, la sola cosa che li tiene in vita in ogni caso.

Poi i loro corpi hanno dato forfait, non hanno potuto combattere più a lungo. Ma questo forse significa che in assenza del coronavirus, quel migliaio di persone sarebbe ancora vivo?

In altre parole, è proprio vero dire che tutte quelle persone sono morte di Covid-19? Ma nel mezzo di questa crisi, quando sistemi della salute e governi hanno il paraocchi proprio per questa malattia, tutti i mille vengono stigmatizzati come vittime della epidemia.

Tutto sempre più all’aria

Un recente articolo sul Guardian che si contorceva con il tasso di mortalità della Germania, apparentemente troppo basso, conclude che dato che essi non conducono ampio test sui corpi deceduti per il coronavirus, le persone potrebbero essere cadute morte proprio nelle loro case a causa del Covid-19 senza che queste morti fossero registrate.

Non pare molto probabile che questo sia un fattore, ma ci potrebbero essere altre ragioni perché l’Italia ad ora è cosi tanto una anomalia nelle morti da coronavirus

Molti hanno fatto rilevare che l’Italia ha una popolazione vecchia, e questa sarebbe la ragione per l’alto tasso, innaturale, di mortalità. Ma partire da qui non ha senso. La  Germania è seconda per popolazione più vecchia in Europa e i Tedeschi non sono cosi sani come gli Italiani (che vivono a lungo precisamente perchè sono sani), ed ancora la Germania ha il più basso tasso di mortalità tra i 10 paesi peggio colpiti. L’età non può spiegare la disparità.

Un altro fattore è senza dubbio il fatto che il sistema sanitario italiano è stato colto impreparato, così come il fatto di avere la scarsità di letti ed equipaggiamento, fattore che ora sta dando vita a dicerie sul fatto che i medici siano stati obbligati a scaricare alcuni pazienti per fare posto ad altri. La Germania è meglio equipaggiata, ma ancora potrebbe non essere stata messa alla prova, dato che il virus là deve ancora esplodere, come è accaduto nel nord dell’Italia.

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Una crisi dietro l’angolo?

Gli esperti stanno ancora dicendo che la ragione di queste disparità, è semplicemente che alcuni paesi sono molto avanti nella curva epidemica rispetto ad altri. Questo potrebbe spiegare perché sono morti cosi tanti in Cina e Italia e cosi pochi in Germania e UK, per esempio, ma non può spiegare le violenti fluttuazioni nei tassi di mortalità.

Nulla di tutto ciò può portar via la gravità della crisi in Italia, o quella che potrebbe solo essere dietro l’angolo nel resto del mondo. Ma il punto chiave da avere presente in tutto questo, è che il tasso del 10% di mortalità, che viene registrato in Italia, è ampiamente fuorviante

E’ stato intessuto dal mainstream, al meglio, un po’ come un sensazionalismo fuori moda e al peggio come un mezzo calcolato di propaganda. Un numero come lo 0,3% – solo un poco più alto della influenza normale, semplicemente non ha lo stesso potere di portare la gente a digerire  leggi senza precedenti  che danno allo stato tremendi poteri  in molte aree…e tutto in nome della salute pubblica, ovviamente.

fonte: https://www.rt.com/news/484098-coronavirus-fatality-rates-exaggerated-italy/

traduzione: M.Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net

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