L’autore dell’articolo che traduco nel seguito, è Scott C’one, “esperto del Pianeta X (Nibiru)”; la sua biografia a fine articolo lo definisce“ricercatore dai suoi primi anni universitari, ovvero dagli anni 90. Le sue scoperte nel 2016, 2017, 2018 e 2019 sono diventate prova rivoluzionaria per l’esistenza di corpi stellari catturati dal Sole. Egli ha anche prodotto oltre 2000 video che dettagliano e rivelano questa prova . I suoi video sono sul suo canale Youtube Channel Planet X News. Scott C’one è a capo della ricerca sul Planet X e le sue investigazioni hanno portato a rivelare la maggior menzogna nella storia del Mondo”. Quale sia la maggior menzogna di cui parla, ancora non l’ho scoperto, perché non conosco molto il personaggio e la sua ricerca: è il suo primo articolo che leggo.
Il tema qui trattato, però, è “interessante”: proprio in questi giorni di panico da virus sul pianeta, per una ennesima, periodica, “pandemia “( si veda anche: https://www.thelivingspirits.net/jon-rappoport-luomo-che-spinse-il-flop-della-sars-ora-spinge-il-nuovo-virus-cinese/)
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Sulle alture della Sierra Nevada, in Spagna, una squadra di ricercatori internazionali ha esposto 4 contenitori per raccogliere una pioggia di virus, che cadono dal cielo.
Alcuni scienziati hanno dedotto che c’è una corrente di virus che circola sul pianeta, al di sopra del sistema climatico del pianeta, ma al di sotto della linea del viaggio degli aerei. Si conosce poco di questo regno ed è per questa ragione che il numero di virus che si sono depositati, ha lasciato stupefatto il team in Spagna.
Ogni giorno, costoro calcolano che circa 800 milioni di virus caschino su ogni metro quadro del pianeta. La più parte dei virus che fanno il giramondo, vengono buttati nell’aria dagli spruzzi del mare, mentre un numero minore arriva con le tempeste di sabbia.
“Si può viaggiare per lunghe distanze senza trovare ostacoli che creino frizione con la superficie della Terra, ecco perché il viaggio intercontinentale è piuttosto facile per i virus”, ha detto Curtis Suttle, un virologo marino della University of British Columbia. “Non sarebbe insolito trovare cose buttate in aria in Africa, che poi vengono depositate in Nord America”
Lo studio compiuto da Suttle e dai suoi colleghi, pubblicato quest’anno sull’ International Society of Microbial Ecology Journal, è stato il primo a contare il numero di virus che cadono sulla Terra. La ricerca tuttavia, non è progettata per l’influenza o altre malattie, piuttosto per farsi una idea della “virosfera”, ovvero del mondo dei virus sul pianeta.
Generalmente, si assume che questi virus originino sul pianeta e vengano spazzati verso l’alto, ma alcuni ricercatori teorizzano che i virus possano originare nella atmosfera. C’è un piccolo gruppo di ricercatori, che crede che i virus possano addirittura essere arrivati qui dallo spazio profondo.

Immagine vera di un t4 batteriofago (un virus) come visto attraverso un microscopio elettronico
Qualsiasi sia la risposta, i virus sono di gran lunga le entità più abbondanti sul pianeta. Mentre la squadra di Suttle ha trovato centinaia di milioni di virus in un metro quadro, nello stesso spazio hanno contato decine di milioni di batteri.
Considerati per lo più agenti infettivi, i virus sono però molto più di questo. E’ difficile enfatizzare il ruolo centrale svolto dai virus nel mondo: sono essenziali per tutto, dal nostro sistema immunitario, al nostro microbioma, agli ecosistemi sulla terraferma e nel mare, alla regolazione climatica e alla evoluzione di tutte le specie.
I virus contengono una vasta gamma di geni sconosciuti e li diffondono ad altre specie.
Da ciò che lo scorso anno hanno detto tre esperti chiamati per una nuova iniziativa per meglio comprendere l’ecologia virale: “ I virus modulano la funzione ed evoluzione di tutto ciò che vive”, scrisse Matthew Sullivan dello Stato di Ohio, Joshua Weitz della Georgia Tech e Steven Wilhelm della University of Tennessee. “Ma fino a che punto, resta un mistero”
E’ adatta per i i virus la definizione di essere qualcosa di “vivo”? Se da un lato sono massimi predatori del mondo microbico, dall’altro a loro manca la capacità di riprodursi, quindi devono prendere il sopravvento sulla cellula di un ospitante, ciò che viene chiamata una infezione, ed usare il suo “macchinario” per replicarsi.
Il virus inietta il suo DNA nell’ospitante; a volte quei nuovi geni sono utili all’ospitante e diventano parte del suo genoma.
Dei ricercatori, di recente hanno identificato un antico virus che ha inserito il suo DNA nel genoma di animali a 4 zampe, che erano gli antenati degli umani.
Quel frammento di codice genetico, chiamato ARC, è parte del sistema nervoso degli esseri umani moderni e svolge un ruolo nella coscienza umana: la comunicazione nervosa, la formazione della memoria e il pensiero di ordine superiore.

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Tra il 40 e l’80% del genoma umano può essere collegato a invasioni virali antiche.
I virus e la loro preda, sono anche grandi giocatori negli ecosistemi del mondo. Molta della ricerca ha per scopo quello di trovare quali fattori attivano i loro processi, per comprendere come funziona il pianeta.
“Se poteste pesare tutto il materiale vivente negli oceani, il 95% di esso è roba che non potete vedere, tuttavia questi elementi sono responsabili per fornire metà dell’ossigeno sul pianeta”, ha detto Suttle.
In alcuni esperimenti da laboratorio, Suttle ha filtrato dei virus fuori dall’acqua di mare, ma ha lasciato la loro preda: dei batteri. Quando questo accade, il plankton nell’acqua smette di crescere.
Questo perchè quando i virus infettano ed estraggono una specie di microbo, essi liberano in essi dei nutrimenti, come l’azoto, che nutre altre specie di batteri. Mentre il plancton cresce, essi incorporano anidride carbonica e creano ossigeno.
I virus aiutano a tenere in equilibrio gli ecosistemi, cambiando la composizione delle comunità microbiche. Mentre fioriture tossiche di alghe si diffondono nell’oceano, per esempio, vengono soggiogate da un virus che attacca le alghe e la fa esplodere e morire , ponendo fine alla proliferazione in meno di un giorno.

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Un virus può causare cambiamenti rapidi e persino portare all’estinzione.
Mentre alcuni virus ed altri organismi si sono evoluti insieme ed hanno raggiunto una sorta di equilibrio,
Il virus del Nilo Occidentale (West Nile virus) ha cambiato la composizione di comunità di uccelli in molte parti degli Stati Uniti, uccidendo corvi e favorendo i corvi imperiali, come dicono alcuni ricercatori.
Vengono predette estinzioni multiple di uccelli nelle Hawaii, quando l’avipoxvirus che nasce nelle zanzare, si diffonde nelle foreste montuose, dove un tempo era troppo freddo vivere per le zanzare.
Quando scompaiono delle specie, i cambiamenti possono rimbalzare in un ecosistema. Un esempio da manuale è una malattia virale chiamata peste bovina.
Nel 1887, l’esercito italiano portò del bestiame in Nord Africa e il virus prese piede in tutto il continente, uccidendo un vasto numero di animali fissipedi , dall’Eritrea al Sud Africa, in alcuni casi spazzando via il 95% delle mandrie
“Infettò antilopi, gnu ed altri grandi animali da pascolo, in tutto l’ecosistema”, ha detto Peter Daszak, il presidente di Ecohealth Alliance, che lavora su un progetto globale per catalogare virus, che con ogni probabilità passano da animali ad umani.
“L’impatto non fu solo sugli animali. Poiché sono fondamentalmente animali da pascolo e muoiono in grande numero, la vegetazione ne fu colpita, consentendo ad alberi di crescere dove sarebbero invece stati brucati”, ha detto.
“I grandi alberi di acacia sulle pianure dell’Africa, sono tutti della stessa età ed erano piantine quando arrivò la prima volta la peste bovina facendo morire la fauna selvatica”, ha detto Daszak.
In altri luoghi, molto meno pascolo creò un habitat ospitale per la mosca tsetse, che trasporta i parassiti che causano la malattia del sonno.
“Questi tipi di cambiamenti ecologici, possono durare secoli o persino millenni” ha detto Daszak
Con la siccità, un gran numero di persone sono morte di fame quando si diffuse la peste bovina. Nel 1891, un esploratore stimò che due terzi dei Masai, che dipendevano dal bestiame, vennero uccisi
“Quasi istantaneamente, la peste bovina spazzò via la ricchezza dell’Africa tropicale” scriveva John Reader nel suo libro “Africa: A Biography of a Continent.”
Con vaccinazioni intensive, la peste bovina fu completamente debellata non solo dall’Africa ma globalmente, nel 2011.
“I virus non sono i nostri nemici,” dice Suttle. “Alcuni virus fetenti possono farvi ammalare, ma è importante riconoscere che i virus ed altri microbi sono assolutamente fondamentali per l’ecosistema”
Traduzione: M.Crisitina Bassi per www.thelivingspirits.net
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