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Dr Mercola: il prof. M. Desmet e la Formazione di Massa, la psicologia del totalitarismo. Seconda parte, quali le caratteristiche

Scritto da Cristina Bassi

Technocracy news, da cui traduco l’articolo che segue, pubblica un recente articolo del dr Mercola sul tema divulgato dallo psicologo belga dr Desmet e diventato presto virale in rete: la Formazione di Massa, Mass Formation, ben visibile nel nostro tempo.

L’articolo è molto lungo ma molto prezioso… lo divido in tre parti. Questa è la seconda.

1. Dr Mercola: il prof. M. Desmet e la Formazione di Massa, la psicologia del totalitarismo. Prima parte, l’ipnosi di massa
2. Dr Mercola: il prof. M. Desmet e la Formazione di Massa, la psicologia del totalitarismo. Seconda parte, quali le caratteristiche
3. Dr Mercola: il prof. M. Desmet e la Formazione di Massa, la psicologia del totalitarismo. Terza parte, come resistere e impedirne il successo

Ciò che è di particolare valore è il suggerimento sul “che fare”,  DOPO aver chiaramente visto di cosa si tratta e come si forma e come agisce… Continuare ad “esternare” e prendere posizione, non tanto per convincere gli ipnotizzati, ma per ostacolare la radicalizzazione del sistema nefasto, che si esprime attraverso la formazione di massa.

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Panoramica in sintesi:
  • La formazione di massa è una forma di ipnosi di massa che emerge quando si verificano condizioni specifiche, che quasi sempre precedono l’ascesa dei sistemi totalitari.
  • Le quattro condizioni centrali che devono sussistere affinché si verifichi la formazione di massa sono la solitudine diffusa e la mancanza di legami sociali, che portano a vivere la vita come priva di significato, che portano a un’ansia e a un malcontento diffusi, che portano a una frustrazione e a un’aggressività diffuse, che portano a sentirsi fuori controllo.
  • In caso di formazione di massa, la popolazione entra in una trance di tipo ipnotico che la rende disposta a sacrificare qualsiasi cosa, comprese le proprie vite e la propria libertà.
  • Le strategie chiave per interrompere il processo di formazione delle masse consistono nell’esprimersi contro di esso e nel praticare la resistenza nonviolenta. Le voci dissenzienti impediscono ai sistemi totalitari di deteriorarsi in un’abissale disumanità in cui le persone sono disposte a commettere atrocità efferate.
  • In definitiva, il “totalitarismo” si riferisce all’ambizione del sistema. Vuole eliminare la capacità di scelta individuale e, così facendo, distrugge il nucleo di ciò che è umano. Quanto più velocemente un sistema distrugge l’individuo, tanto prima il sistema crolla.
Le radici psicologiche della formazione di massa

Come già detto, la formazione di massa, o ipnosi di massa, può verificarsi quando alcune condizioni psicologiche sono presenti in una porzione sufficientemente ampia della società. Le quattro condizioni centrali che devono esistere perché si verifichi una formazione di massa sono:

La solitudine diffusa e la mancanza di legami sociali, che portano a:

  • Sperimentare la vita come priva di significato, senza scopo e senza senso, e/o trovarsi di fronte a circostanze persistenti che non hanno senso razionale, il che porta a:
  • Ansia e malcontento diffusi e fluttuanti (ansia/disagio che non ha una causa apparente o distinta), che portano a:
  • Frustrazione e aggressività diffuse e libere (la frustrazione e l’aggressività non hanno una causa evidente), che portano a sentirsi fuori controllo.
Come emerge la formazione di massa in una società

Una volta che una porzione abbastanza ampia della società si sente ansiosa e fuori controllo, quella società diventa altamente vulnerabile all’ipnosi di massa.

Desmet spiega che:

L’isolamento sociale, la mancanza di significato, l’ansia libera, la frustrazione e l’aggressività sono altamente avverse perché se le persone si sentono ansiose, senza sapere per cosa si sentono ansiose, si sentono tipicamente fuori controllo. Sentono di non potersi proteggere dall’ansia.

E se in queste condizioni viene distribuita una narrazione attraverso i mass media, che indica un oggetto d’ansia e, allo stesso tempo, fornisce una strategia per affrontare l’oggetto d’ansia, allora tutta l’ansia libera potrebbe collegarsi all’oggetto d’ansia.

E potrebbe esserci una grande disponibilità a partecipare a una strategia per affrontare l’oggetto dell’ansia, a prescindere da quanto assurda sia la strategia. Quindi, anche se è chiaro fin dall’inizio – per chiunque voglia vederlo – che la strategia per affrontare l’oggetto dell’ansia potrebbe mietere molte più vittime dell’oggetto stesso dell’ansia… anche in questo caso, potrebbe esserci questa enorme disponibilità a partecipare a una strategia per affrontare l’oggetto dell’ansia.

Questo è il primo passo di ogni grande meccanismo di formazione delle masse. Che si tratti delle Crociate, della caccia alle streghe, della Rivoluzione francese, dell’inizio dell’Unione Sovietica o della Germania nazista, vediamo sempre lo stesso meccanismo.

C’è un sacco di ansia libera. Qualcuno fornisce una narrazione che indica un oggetto di ansia e una strategia per affrontarlo. E poi tutta l’ansia si collega all’oggetto dell’ansia [proposto].

Le persone partecipano a una strategia per affrontare l’oggetto dell’ansia, che produce un primo importante vantaggio psicologico, e da quel momento in poi hanno l’impressione di poter controllare la propria ansia. È collegata a un oggetto e ha una strategia per affrontarla”.

Il problematico legame sociale della formazione di massa

Una volta che le persone che prima si sentivano sole, ansiose e fuori controllo iniziano a partecipare alla strategia presentata loro come soluzione all’ansia, emerge un legame sociale nuovo di zecca. Questo rafforza l’ipnosi di massa, poiché ora non si sentono più isolati e soli.

Questo rinforzo è una sorta di intossicazione mentale ed è il vero motivo per cui le persone si bevono la narrazione, per quanto assurda. “Continueranno ad aderire alla narrazione, perché crea un nuovo legame sociale”, afferma Desmet.

Sebbene il legame sociale sia una buona cosa, in questo caso diventa estremamente distruttivo, perché la frustrazione e l’aggressività che si liberano sono ancora lì e hanno bisogno di uno sfogo. Queste emozioni devono essere dirette a qualcuno. E quel che è peggio, sotto l’incantesimo della formazione di massa, le persone perdono le loro inibizioni e il senso delle proporzioni.

Quindi, come abbiamo visto durante la pandemia di COVID, le persone attaccheranno e si scaglieranno nei modi più irrazionali contro chiunque non sia d’accordo con la narrazione. L’aggressività di fondo sarà sempre rivolta alla parte della popolazione che non è ipnotizzata.

Parlando in termini generici, in genere, una volta che la formazione di massa ha luogo, circa il 30% della popolazione sarà ipnotizzata – e questo include tipicamente i leader che pronunciano la narrazione ipnotizzante al pubblico – il 10% rimane non ipnotizzato e non compra la narrazione, e la maggioranza, il 60%, sente che c’è qualcosa di sbagliato nella narrazione, ma la segue semplicemente perché non vuole distinguersi o causare problemi.

Un altro problema del legame sociale che emerge è che il legame non è tra individui, ma piuttosto tra individuo e collettività. Questo genera un sentimento di solidarietà fanatica con il collettivo, ma non c’è solidarietà verso nessun individuo.

Così, gli individui vengono sacrificati senza pietà per il “bene superiore” del collettivo senza volto.

“Questo spiega, ad esempio, perché durante la crisi di Corona tutti parlavano di solidarietà, ma la gente accettava che se qualcuno aveva un incidente per strada, non lo si poteva più aiutare se non avendo a disposizione una mascherina chirurgica e dei guanti.

Questo spiega anche perché, mentre tutti parlavano di solidarietà, la gente accettava “di non avere il permesso di fare visita al proprio padre o madre che stavano morendo”, dice Desmet.

Alla fine si crea un‘atmosfera radicale e paranoica in cui le persone non si fidano più l’una dell’altra e sono disposte a denunciare i propri cari al governo.

“È questo il problema della formazione di massa”, dice Desmet. “È la solidarietà dell’individuo con la collettività, e mai con altri individui. Questo spiega cosa è successo durante la rivoluzione in Iran, per esempio. Ho parlato con una donna che ha vissuto in Iran durante la rivoluzione, che in realtà è stata l’inizio di un regime totalitario in Iran.

Ha assistito, con i suoi occhi, a come una madre ha denunciato il figlio al governo e a come gli ha appeso la corda al collo poco prima che morisse, sostenendo di essere un’eroina per averlo fatto. Questi sono gli effetti drammatici della formazione di massa”.

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Senza un nemico esterno, che cos’è successo?

Ci troviamo di fronte a una situazione più complicata che in qualsiasi altro momento, perché il totalitarismo che sta nascendo non ha nemici esterni, ad eccezione dei cittadini che non sono ipnotizzati e non credono alle false narrazioni. La Germania nazista, ad esempio, è stata distrutta da nemici esterni che si sono sollevati contro di essa.

D’altra parte, c’è un vantaggio in questo, perché gli Stati totalitari hanno sempre bisogno di un nemico. È un aspetto descritto molto bene da George Orwell nel suo libro “1984”. Affinché il processo di formazione delle masse continui ad esistere, deve esserci un nemico esterno su cui lo Stato possa concentrare l’aggressione delle masse ipnotizzate.

 

./. continua nella terza parte

fonte: https://www.technocracy.news/the-psychology-of-totalitarianism-technocracys-science-of-social-engineering/

traduzione M. Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net