Universi paralleli Nuovimondi

Enrico Baccarini: gli universi paralleli e le infinite “altre” realtà

Scritto da Cristina Bassi

Enrico Baccarini è un giornalista, pubblicista e scrittore, ha compiuto studi di indirizzo psicologico e antropologico.  È stato membro fondatore del Comitato Interdisciplinare per le Ricerce Protostoriche e Tradizionali (CIRPET) e co-fondatore della rivista associata Archeomisteri, I Quaderni di Atlantide. Dal 1989 al 2009 è stato membro del Centro Ufologico Nazionale (CUN) con incarichi direttivi. Ha collaborato con Notiziaio UFO per l’Editoriale Olimpia di Firenze, con Ufo Notiziario per la Acacia Edizioni, Archeomisteri, Gli speciali dei misteri, HERA e i Misteri di HERA, nonché in diverse altre testate di settore. Ha presenziato come relatore a conferenze in Italia e all’estero, ha presentato relazioni sulle fenomenologie dell’insolito (misteri del passato, psicologia dell’insolito e anomalistica, ufologia, etc.) in numerosi congressi scientifici nazionali e internazionali.

Universi paralleli e i testi sacri induisti: le antiche conoscenze delle tradizioni vediche sulle infinite altre realtà

L’esistenza di universi paralleli è uno dei postulati più interessanti della fisica moderna, un’ipotesi teorica ancora non corroborata da evidenze scientifiche certe ma ampiamente supportata dalle teorie quantistiche e relativistiche come anche dalla più moderna teoria delle stringhe.

Fondamentalmente la teoria dei multiversi ipotizza che esistano infiniti universi “specchio” della nostra dimensione in cui sarebbero presenti, e si manifesterebbero, altre “realtà” rispetto a quella che sperimentiamo.

Questi mondi alternativi presenterebbero, secondo alcuni studiosi, un diverso svolgimento che la nostra realtà avrebbe potuto prendere mentre per altri ospiterebbero congiunture del tutto diverse e distinte da quella che conosciamo e sperimentiamo.

Le antiche radici degli universi paralleli: l’induismo

Il termine venne coniato nel 1895 dal filosofo e psicologo William James e, nel corso del tempo, venne ripreso e sviluppato da numerosi teorici della scienza nonché da filosofi e studiosi della mente.

Nella sua enunciazione più moderna e scientifica, il concetto degli universi paralleli venne formulato da Hugh Everett III nel 1956 ma, curiosamente, l’intera questione sembra affondare in radici ben più antiche e circostanziabili nel bacino dell’Oceano Indiano ovvero nei primordi della cultura vedica.

Una sua formulazione di stampo scientifico-religioso può essere, infatti, ritrovata nel complesso corpus di tradizioni induiste presente in testi come il Bhagavata Purana.

Anche in questo caso, i diversi studiosi che hanno riconosciuto questo stringente parallelismo hanno evidenziato una somiglianza, nei concetti espressi e nelle formulazioni, che va ben oltre la semplice corrispondenza casuale ma che sembra invece costituire un retaggio, filtrato dalle lenti della religiosità, al cui interno sembrano essere stati preservati concetti profondi tecnici e scientifici.

Da quanto è possibile apprendere dalla letteratura puranica, il numero degli universi sembra essere incalcolabile e incommensurabile:
Anche se in un periodo di tempo potrei contare tutti gli atomi dell’universo, non ho potuto contare tutte le mie opulenze che ho manifestato negli innumerevoli universi”.

Nel Brahma Vaivarta Purana, uno degli otto Purana maggiori, in cui tra le varie realtà si parla anche della creazione dell’Universo, troviamo un riferimento esplicito alla consapevolezza induista sull’esistenza di universi paralleli. Il testo recita:

“ … e chi cercherà attraverso le estese infinità di spazio per contare il lati degli universi uno accanto all’altro, ognuno contenente il suo Brahma, il suo Vishnu, il suo Shiva? Chi può contare gli Indra in tutti loro – quelli Indra fianco a fianco, che regnano in una sola volta in tutti gli innumerevoli mondi; quegli altri che sono passati prima di loro, o anche gli Indra, che si susseguono in ogni linea, ascendendo alla divina regalità, uno per uno, e, uno per uno, passando via?”.

Nella loro concisa semplicità furono conservati per i posteri concetti e nozioni di incredibile valore, sapienze che non si pongono come un unicum nel panorama vedico/induista ma che, come abbiamo potuto vedere fino ad ora, sono attorniate da una costellazione di altrettante conoscenze di valore inestimabile ancora da riscoprire.

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fonte: https://unoeditori.com/blog/universi-paralleli-e-i-testi-sacri-induisti-le-antiche-conoscenze-delle-tradizioni-vediche-sulle-infinite-altre-realta-n189

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