Michael Tsarion, irlandese, scrittore, ricercatore e conferenziere cresciuto nell’Irlanda del Nord: lo ripropongo su questo sito, traducendo il suo articolo “Souls in Darkness, Psychopaths in therapy” molto lungo e profondo su un tema che abbiamo ben chiaro in questo tempo: gli psicopatici (nei posti chiave della società). Un articolo molto lungo, che cerco di sintetizzare nel seguito, ma incoraggio a leggere fino in fondo… dove si coglie il sale della questione
Tra le tante cose di cui si è occupato Tsarion, anche lo studio delle antiche rovine ciclopiche d’Irlanda e i siti megalitici. Cosa che lo portò alla evidenza di una “mano nascosta” all’opera…
“Cresciuto da genitori fermamente marxisti, Michael divenne intimamente consapevole della frode del socialismo fin dalla tenera età. E’ convinto che la storia della prima e della seconda guerra mondiale sia stata completamente travisata dai media. La distruzione calcolata della cultura celtica, germanica e nordica rimane un suo interesse centrale.”
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Contrariamente alla credenza popolare, alcuni psicopatici sospettano che ci sia qualcosa di sbagliato in loro, ed è per questo che in rare occasioni cercano esperti in psicologia ed entrano in terapia. Di conseguenza, sappiamo abbastanza su questi tipi e su ciò che li sprona. Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare.
Dobbiamo prendere sul serio le scoperte di grandi critici della psichiatria e forse è necessario smantellare del tutto la psichiatria, visti i crimini che perpetra contro le persone normali. Dobbiamo certamente incorporare le intuizioni di R. D. Laing, Thomas Szasz, Otto Rank, Wilhelm Reich, Arthur Janov, Karen Horney, Melanie Klein, Alice Miller, e altri per la loro brillantezza, al fine di combattere sensatamente questa patologia a tutti i livelli.
La psicopatico non vuole cambiare le sue abitudini
Personalmente, non credo che gli psicopatici possano essere curati, nemmeno quando entrano in terapia. Questo, in parte, perché la maggior parte degli psicopatici non vuole veramente cambiare le proprie abitudini, ed entra in terapia per convincersi di questo.
Se coloro che cercano di cambiarli si rivelano perdenti, palloni gonfiati o idioti, lo psicopatico se ne va sprezzantemente convinto della propria competenza e superiorità. Scavare profondamente nella loro psicologia è un fatto che li disturba molto; il loro interesse a tal fine non è certamente abbastanza sincero, perché cerchino un qualsiasi tipo di cura duratura.
In realtà, nel mondo di oggi lo psicopatico ha poco da temere dalla terapia. Questo perché di solito non è molto profonda o sincera. Lo psicopatico non ha bisogno di essere traumatizzato o turbato dalla terapia o dai suoi operatori.
Almeno non dopo che abbia acquisito familiarità con ciò che la terapia comporta, e si renda conto che non richiede necessariamente un cambiamento radicale. Il suo strizzacervelli non è Sigmund Freud, Otto Rank o Carl Jung. Al contrario, di solito è qualche giovane psichiatra che smercia farmaci e che può essere facilmente ingannato e preso in giro.
Lo psicopatico sa quello che il dottore non sa: che non c’è nessun Sé da analizzare e che il dottore è lontano dall’essere un autentico campione del Sé. Nonostante la sua laurea, la sua targhetta scintillante e la sua batteria di test, si auto-inganna come tutti gli altri. Potrebbe anche essere un apologeta del conformismo e dell’acculturazione, la cui nozione di salute può essere l’adattamento a una società anormale.
“Il più forte di tutti i tabù noti, che vengono fatti fortemente rispettare, è quello contro la conoscenza di chi o cosa siete realmente, dietro la maschera del vostro ego apparentemente separato, indipendente e isolato – Alan Watts
Lo psicopatico che, di sua volontà, si sottopone a qualche seduta terapeutica, lo fa perché è interessato a saperne di più su come funzionano i tipi “normali”. Ciò che viene ad imparare su se stesso, se c’è qualcosa da imparare, è di gran lunga meno importante.
Certamente, questo è il caso dei tipi semi-psicopatici che non mostrano l’intera gamma di tendenze patologiche e che, così si crede, possono essere influenzati positivamente da un trattamento di questo tipo. Imparare a conoscere le altre persone è interessante per alcuni psicopatici. Dopo tutto, sono nati circondati da altre persone e operano in una società piena di tipi che non comprendono pienamente.
Le altre persone si comportano in modo abbastanza diverso da loro. Il loro temperamento, l’umorismo, le abitudini, le preferenze, i bisogni sessuali, e così via, sono spesso radicalmente diversi da quelli dello psicopatico, e lui lo sa. Non è colpa sua se si incuriosisce della mentalità e abitudini della sua preda.
E come detto altrove, non dobbiamo confondere i tipi psicopatici con i comuni nevrotici o maniaci-depressi. Lo psicopatico ha più in comune con il paranoico, lo schizofrenico, lo psicotico, il sadico, il narcisista e il megalomane. E i buoni.
Il narcisista e lo psicotico non sbagliano mai, e sono quello che sono a causa del loro bisogno ossessivo di incolpare gli altri per tutto ciò che va male per loro. Il nevrotico non è così lontano da questo, ed è ancora in grado di accettare la responsabilità personale. Infatti, il tipo nevrotico soffre per l’eccessivo biasimo di se stesso. Se entra in terapia, può essere aiutato.
La vita sessuale dello psicopatico…
…è solo un atto fisico. Poiché non è coinvolto alcun sentimento, e poiché non c’è alcuna attenzione sincera per l’altra persona, ma qual è il problema?
Lo psicopatico non ha nessun problema in questo senso, non ha bisogno di sudare sette camicie come un nevrotico o cercare strizzacervelli che lo aiutino a sviluppare la fiducia con l’altro sesso. Il sesso è una semplice ricreazione per lo psicopatico.
Infatti, gli psicopatici maschi spesso non hanno problemi a frequentare “romanticamente” una donna. Molte donne in realtà si sentono attratte da loro, adorando il fatto che possono finalmente stare con un “uomo” disinibito da morali, ideali, sensibilità, complessi o scrupoli. In forma estrema questa condizione è conosciuta come ibristofilia.
No, non sono gli incontri e le dinamiche sessuali che disabilitano lo psicopatico. Sono le relazioni umane in generale, che si rivelano problematiche man mano che egli invecchia. Lo psicopatico vive un po’ come un extraterrestre sulla terra. Nonostante il suo camuffamento camaleontico… non è in contatto empatico con gli altri.
Di conseguenza, è piuttosto curioso dei tratti che gli mancano. Cos’è che tu hai che io non ho? Hai qualcosa che voglio? Se sì, me la prendo. Il suo entrare in terapia non è che un’estensione della sua delinquenza, del suo bisogno di divorare, saccheggiare e depredare.
La razza umana: il nemico dello psicopatico
Dilettarsi con la psicologia aiuta lo psicopatico a migliorare le sue tattiche di battaglia contro il suo nemico: la razza umana. Lo aiuta ad inchiodare gli umani ad una tavola come un entomologo.
La sua sperimentazione è però destinata all’insuccesso, perché a differenza delle persone normali complesse, non può guardarsi dentro per avere una guida. È incapace di giudicare la natura e le intenzioni degli altri, sgamando cosa farebbe o penserebbe lui al loro posto.
Pertanto, il suo flirtare con la psicologia, alla fine si rivela inutile. Lo fa sentire ancora più vuoto e alienato del solito, ricordandogli che non è uguale agli altri. Ben presto si ritrova in mezzo al nulla senza una bussola.
Nell’attuale era anti-psicologica possiamo aspettarci di vedere un forte aumento di deviati psicologici, di inferiori morali e di malandrini. Più ci sono bambini emotivamente mutilati da famiglie distrutte, più la cultura degenera.
…lo psicopatico spesso annega nell’invidia, nel sospetto e nella rabbia verso il mondo. Egli suppone che le altre persone abbiano cose che lui non ha. È arrabbiato perché non può avere queste cose, e per diminuire la sua infantile sensazione di una carenza, si gonfia e si comporta come se fosse intoccabile e potente.
Col passare del tempo, diventa sempre più grandioso, sprezzante e crudele verso le persone. Si programma per credere che tutti quelli che attrae gli nascondono qualcosa. Ergo, è giustificato così a trattarli male.
La vita e la volontà dello psicopatico a volte deraglia, quando vede la produttività e la creatività di certe persone nel mondo. Non è che sia capace di ammirare la grandezza, piuttosto essa è abbastanza estranea alla sua natura. Da qui la sua curiosità. Ci fosse un modo, pensa, per fare la parodia di questi tipi creativi, sarebbe bello.
L’arte elevata, non può esistere se il suo produttore non soffre. L’artista risveglia la fortezza interiore in risposta alla sua sofferenza, dato che è un’emanazione legittima del suo essere – il suo Sé Imperiale.
Lo psicopatico è l’antitesi assoluta dell’artista in questo senso. È l’uomo che non ha nulla sentimenti, né per se stesso né per qualsiasi altra cosa. Avendo chiuso se stesso alla sofferenza, cessa di esistere come Essere.
La vittima dello psicopatico
Certamente, la curiosità degli psicopatici li spinge a relazioni temporanee, il che spiega perché appaiono nella vita di una persona. Molti tipi altamente creativi e produttivi trovano psicopatici in mezzo a loro. Di solito non si rendono conto, se non molto dopo, del perché lo psicopatico è stato attratto da loro.
Innamorandoci della maschera dello psicopatico, facciamo l’errore fondamentale di pensare che l’interesse dello psicopatico sia sincero e genuino. “Mi amano davvero! Lo fanno davvero! Danno così tanto e vogliono così poco!”. La vittima dispiaciuta, scopre presto che tutto ciò che credeva sullo psicopatico era assolutamente falso.
È come se lo psicopatico assomigliasse ad una lente convessa. Quando ci guardiamo dentro, vediamo noi stessi come in uno specchio normale, tranne per il fatto che la nostra immagine è leggermente ingrandita. E come ci piace questo! Ci piace stare con persone che ci fanno sentire più grandi di ciò che siamo.
È uno stratagemma spesso impiegato con grande effetto dagli psicopatici e dai tipi vampiri. Ci crogioliamo nel “riflesso” che forniscono, e presto arriviamo a dipendere dalla loro compagnia e dal loro feedback.
La loro motivazione è manipolare e prendere, spietatamente e senza rimorso – Robert Hare
Questo trucco funziona a meraviglia sulle persone con una bassa autostima, che sono state ripetutamente sminuite dal mondo. Più bassa è l’immagine di sé, più è probabile che il vampiro o lo psicopatico venga a fare il leccapiedi con noi. Affoghiamo, ma affoghiamo nel miele.
Lo psicopatico è un esperto bombarolo dell’amore. E trova vittime in abbondanza. Può facilmente governare un mondo con tecniche di questo tipo. Può anche ingannare gli specialisti. Infatti, potrebbe scegliere di affrontarli a testa alta entrando in terapia, fingendo che qualcosa non va in lui
I due maggiori esperti che hanno fatto gli studi più approfonditi sulla natura e le abitudini degli psicopatici, sono il dottor Hervey Checkley e il dottor Robert Hare. Il primo ha scritto The Masks of Sanity (Le Maschere della Salute mentale), il secondo Without Conscience (Senza Coscienza). Queste opere sono la cosa più vicina ai manuali di psicopatologia, e sono altamente raccomandate.
Lo psicopatico e il sistema, le istituzionalizzazioni
Il contributo di Checkley è particolarmente perspicace perché la sua casistica dimostra che molti tipi psicopatici cercano l’istituzionalizzazione puramente come mezzo di sopravvivenza fisica. Quando e se il mondo si dimostra troppo difficile e complicato, c’è sempre l’ospedalizzazione e i suoi vantaggi.
Quando gli psicopatici invecchiano, non sono più in grado di farla franca con il loro comportamento insidioso e spesso criminale. Come tutti noi, trovano che la loro energia e attrattiva diminuiscono. Si rendono conto di non avere veri amici, e che la società è un po’ più acuta, in riferimento alla loro identità insidiosa e alle loro buffonate.
Di conseguenza, non è insolito che uno psicopatico non di successo o non attraente si lasci prendere in cura terapeutica. Può anche commettere gravi crimini per arrivare ad assicurarsela.
Man mano che il mondo occidentale diventa sempre più “di mentalità liberale”, i tipi più psicopatici sono in grado di mungere il sistema, sfruttando esperti inesperti e altri cuori sanguinanti posseduti da assurde idee di uguaglianza e giustizia sociale.
Con l’aiuto del sistema giuridico penale, sempre più criminali non psicopatici sono in grado di dichiarare l’infermità mentale ed essere trasportati nell’ala psichiatrica per un trattamento soft. Da quel momento in poi sono raramente o mai più perseguiti.
Se commettono altri crimini, non inizia nessun processo penale. Sono semplicemente reincarcerati nello stesso manicomio da cui sono scappati. Alcuni dei crimini più gravi nelle nostre comunità sono commessi da uomini e donne già incarcerati in manicomi di bassa sicurezza.
Lo psicopatico medio è molto carente, ma raramente coglie questo fatto. Anche se si crede superiore alle altre persone, non è capace di sentire profondamente. Non fa mai introspezione. Qualsiasi significato trovato nella sua fredda e arida esistenza, proviene esclusivamente dall’esterno. Inoltre, ciò che lui ritiene “significativo” è uno scherzo grottesco.
Esistenzialmente, è profondamente impoverito. Non è azzardato dire che non esiste affatto. Come essere, non esiste veramente. Toglietegli gli orpelli della società e semplicemente imploderà. Ciò che resta della funzione del super-io, lo manda nel mondo sociale dove escogita le numerose tecniche di manipolazione con cui ottiene ciò che vuole e di cui ha bisogno. “È un vero pescatore di uomini”.
Dato che la sua esistenza e il suo destino dipendono dal Mitwelt (la società), a volte si trova a fare domande relativamente intelligenti su di essa. Gli psicopatici vedono ogni scambio sociale come una “opportunità di alimentazione”, una gara o una prova di volontà, in cui ci può essere solo un vincitore.
Lo psicopatico non ha autoanalisi
Dal momento che lo psicopatico non è ostacolato dalle emozioni, può facilmente concentrarsi e imparare le cose velocemente. Se ha già un alto QI, il suo successo è certo. Questo è il motivo per cui troviamo molti psicopatici in posti elevati.
Essi bramano il potere offerto loro dalle nomine religiose e politiche. I nostri attuali sistemi gerarchici, rendono facile agli psicopatici eccellere. Infatti, il nostro mondo è infestato da questi personaggi. Senza aggiornare le nostre conoscenze psicologiche, non abbiamo modo di liberarci dalla loro odiosa presenza.
Purtroppo, nessun esperto di tipi patologici osa pronunciare una parola su questo in pubblico. Non si parla più dell’effetto che gli psicopatici hanno nella società delle alte sfere e nessun commento su come intere nazioni possano essere psicopatiche.
Lo psicopatico gioca con il terapeuta e fa credere di essere aperto ad essere “capito”, finchè il gioco non diventa noioso. Alla fine se ne va con un sorriso sprezzante. “Voi pazzi non avete idea di chi io sia. Ho battuto tutti i vostri stupidi test”.
…il paranoico-schizofrenico e lo psicopatico, non cambiano i loro modi, principalmente per due motivi:
In primo luogo, si credono superiori al medico, e in secondo luogo, non è possibile far vedere agli psicopatici, che sono sbagliati. Non hanno la capacità introspettiva per l’autoanalisi. In termini reichiani sono tipi gravemente corazzati.
Anche se l’interesse del medico è tacitamente riconosciuto come una sorta di “prendersi cura”, lo psicopatico si considera al di sopra dei consueti segnali di virtù. Ha esorcizzato dal suo essere l’amore, la cura, la preoccupazione e l’empatia e da tempo ha imparato a vivere senza il loro intralcio.
Lo psicopatico si distingue sempre per l’egocentrismo – Hervey Checkley
In realtà è contento di essere libero dall’ingombro delle virtù quotidiane, e non permetterà mai che si risveglino in lui. È un sacrificio troppo grande. Farlo significa ridursi al livello dell’uomo medio, per il quale non prova altro che disprezzo.
Farlo gli toglierebbe il senso di superiorità. È ingiusto, poiché per quanto lo riguarda, sono le altre persone ad essere immorali e difettose, mentendo, imbrogliando, punendo, torturando, facendo la guerra e seguendo gli ordini.
Impermeabile alla consulenza, lo psicopatico non cambia mai. Infatti, anche il suo aspetto esteriore rimane relativamente stabile. È stato notato che lo stile di vita della maggior parte degli psicopatici è relativamente immutabile. Nei casi peggiori, è perfettamente statico.
Possono passare venti o trent’anni e saranno esattamente gli stessi di quando li avete incontrati la prima volta. È come se fossero stati fossilizzati da Medusa. (Forse è così.)
I cambiamenti che avvengono sono lievi. Possono esistere solo perché questa o quella persona fa un’apparizione temporanea nella loro vita, portando novità con sé. Ma se la persona se ne va dalla loro vita, lo psicopatico ricade nel suo modo-default: essere vuoto.
L’analisi della vita onirica dello psicopatico rivela anche pochi o nessun cambiamento. Beh, naturalmente! Come potrebbe? Come detto, hanno tagliato ogni sentimento e non sono in contatto con il loro inconscio. Se lo fossero, non sarebbero psicopatici.
Lo psicopatico non è in contatto con gli Archetipi
Guardando gli psicopatici da un punto di vista junghiano, vediamo che non sono in contatto con i loro Archetipi. Più precisamente, gli archetipi non sono in contatto con loro, almeno non in modo sano. Se appaiono, è in forma antagonista. Questo perché l’influenza degli archetipi che non vengono integrati, è destinata a diventare oscura.
È il prezzo che paghiamo per mettere il Sé, o archetipo supremo, nella periferia. Come cani non nutriti, gli archetipi diventano presto famelici, minacciosi e indomiti. L’ego sta per essere sopraffatto dalla loro presenza, e può cedere in qualsiasi momento.
Gli archetipi di Carl Jung sono le influenze dominanti inconsce dietro l’emozione e il pensiero consci. Allontanare il Sé significa perdere il contatto con essi, cosa che a sua volta causa una grave patologia. Le società e gli individui possono diventare così apollinei e dissociati, che alla fine crollano.
Il punto di mezzo di questa ricaduta psichica è il momento in cui uno o più archetipi diventano sempre più ingannatori. In effetti, come Jung ha sottolineato polemicamente, questo può avvenire ad un livello di nazione.
Negli individui, gli archetipi antagonisti sconvolgono la routine quotidiana e inondano la mente di ogni sorta di contenuto patologico. L’insonnia è un modo in cui cerchiamo di affrontare la situazione. Negandoci il sonno, speriamo di inibire l’intrusione delle forze archetipiche.
Come direbbe Reich, ci armiamo contro noi stessi e stabiliamo una dinamica malsana in cui siamo sicuri di uscire perdenti. La maggior parte delle persone nel mondo evita la propria individualità (Selfhood) , nascondendosi nella luce, per così dire.
Ci sono molti altri modi in cui chiudiamo fuori gli archetipi, costringendoli a tornare in quello che io chiamo un aspetto “daimonico”.
Lo psicopatico auto-assedia se stesso in questo modo, cadendo preda di archetipi ostili. È spesso a causa di questo, che accondiscende con riluttanza ad entrare in terapia. È probabilmente l’unico momento in cui accetta che qualcosa non va nella sua personalità.
Poiché in giro ci sono pochissimi psicologi junghiani competenti, non è una certezza che uno psicopatico o semi-psicopatico riceva un aiuto adeguato. Farmaci? Certo. Guarigione? Non proprio.
Psicopatia e problema esistenziale
In altri scritti mostro come si creano gli psicopatici. Mostro che si tratta in definitiva di un problema esistenziale, e che un’insidiosa dinamica sado-masochistica è messa in atto da genitori necrofili che si relazionano alla loro prole in modi spregevolmente ingiusti. Metto in evidenza le cause e gli effetti della cosiddetta Lotta del Drago, che non coinvolge solo figlie e madri, ma anche figli maschi.
Certamente, una delle cause principali di tutta la patologia è, come affermava Freud, l’evitare la ovvia sofferenza. Freud riteneva che il compito di un autentico terapeuta fosse quello di trasformare l’ansia nevrotica in ordinaria infelicità umana.
Modificando questo leggermente…egli intende dire che quando si abbandona l’infelicità nevrotica alla volta di un’ autentica ovvia sofferenza, che è una chiamata ad attivare una vocazione esistenziale, c’è un’enorme transizione e aggiornamento psicologico.
…nella nostra società non sono deboli quelli che soffrono, ma quelli che temono la sofferenza – Arno Gruen
Lo scoglio per i professionisti, tuttavia, è che nessuno può impedire che qualcuno scelga una vita di evasione e autoinganno. Nessuno può far incontrare e abbracciare la sofferenza che emana dal proprio Sé. Tutto ciò che gli esterni possono fare è alleviare in qualche modo le tendenze nevrotiche.
Poiché questo funziona solo ad un livello superficiale, gli psicopatici, come detto, non hanno nulla da temere entrando in “terapia”. La sua utilità è meno di un rifacimento estetico. Questo perché lo psicopatico medio si è fortificato sia contro la infelicità nevrotica che contro la sofferenza legittima. Si è immunizzato contro l’autoesame e la possibilità di un autentico cambiamento.
Tra le scoperte più importanti di Freud c’è il capire che la causa sottostante al disturbo psicologico è la paura della conoscenza di sé – Carl Goldberg
Gli psicopatici non passano quasi mai del tempo da soli. Chiedete a uno di loro quando ha passato l’ultima volta del tempo da solo nella natura, e sarete accolti da un’espressione perplessa. Rifuggono l’introspezione ed evitano luoghi e situazioni che non sono in grado di controllare.
L’acquiescenza dello psicopatico è temporanea e superficiale. In definitiva, non è così interessato a se stesso come Sé, e per definizione non può permettersi di esserlo. Entra e si sdraia sul divano, certo. Ma il terapeuta esperto sa come stanno le cose. Il cambiamento non è previsto.
I morti non possono essere resuscitati.
Fonte: http://www.dragonmother.org/souls-in-darkness.html
Traduzione e sintesi: M. Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net

Il Sè quantico, i processi di guarigione e i trattamenti SCIO Scientific Consciousness Interface Operation