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Dr Rath Foundation: la carenza di vitamina C è mondiale. Quale la dose ottimale?

Scritto da Cristina Bassi

Dal sito della Rath Foundation, traduco nel seguito delle notizie interessanti sulla carenza di vitamina C nel mondo e ricordo che in questa era covid, anche la vitamina C è stata un tema molto dibattuto, deriso, negato…
(e infine riconosciuto?)
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In una nuova revisione sulle evidenze scientifiche, attualmente disponibili, si ritiene che la carenza di vitamina C sia comune in tutto il mondo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nutrients ed esamina la ricerca generale ed ha per obbiettivo quello di valutare lo stato della vitamina C, ovvero se prevalgono bassi livelli e carenze tra le popolazioni.

Contrariamente a quanto si sente dire spesso, ovvero che la carenza di vitamina C sia rara, i ricercatori hanno scoperto che è comune nei paesi a basso e medio reddito e non è raro che tale sia anche in quelli ad alto reddito.

I ricercatori riconoscono i “potenziali effetti protettivi” della vitamina C contro le malattie cardiovascolari, il cancro, la cataratta e le malattie infettive multiple e concludono dicendo che migliorare l’assunzione di vitamina C, può rivelarsi un intervento di salute pubblica economico ed efficace.

L’articolo descrive come la vitamina C debba essere assunta regolarmente per prevenirne le carenze. Negli ultimi anni inoltre, tenendo conto delle crescenti evidenze che indicano come aumentare l’assunzione della vitamina C abbia effetti benefici sulla salute, molte autorità regolatrici hanno aumentato le indicazioni sulla quantità giornaliera consigliata (RDA).

Nonostante questo, il documento indica come bassi livelli e carenze di vitamina C, siano ancora apparentemente diffusi tra le popolazioni

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Carenza di vitamina C nei paesi ad alto reddito

Molti medici erroneamente ritengono che le carenze vitaminiche siano rare nei paesi ad alto reddito. Ciò non sorprende , naturalmente, perché tali credenze vendono introdotte da decenni negli studenti di medicina. Se è vero che alcuni studi sostengono ampiamente questa posizione, i risultati di altri studi sono molto diversi. Gli studi citati nel documento Nutrients mostrano che la carenza di vitamina C non è rara nei paesi ad alto reddito.

In un esempio, uno studio condotto a Glasgow, in Scozia, nel 1992 ha esaminato persone di età compresa tra 25 e 74 anni. Ha trovato che il 26 per cento degli uomini e il 14 per cento delle donne erano carenti di vitamina C. In particolare, quindi, dato il legame provato tra la carenza di vitamina C e le malattie cardiovascolari, le persone a Glasgow sono note per avere tassi particolarmente elevati di infarto cardiaco.

Negli Stati Uniti, i sondaggi del National Health and Nutrition Examination  hanno riportato dati sullo stato della vitamina C per quasi quattro decenni. L’indagine più recente è stata condotta tra il 2003 e il 2004 e ha indicato che il 10 per cento degli uomini e il 6,9 per cento delle donne erano carenti di vitamina C.

Tassi elevati di carenza di vitamina C sono stati scoperti anche nei paesi asiatici più ricchi. A Singapore, per esempio, il 17 per cento degli uomini e il 6 per cento delle donne hanno dimostrato di essere carenti. Come vedremo in seguito, tuttavia, tra i paesi a basso e medio reddito la carenza di vitamina C è ancora più diffusa.

Carenza di vitamina C nei paesi a basso e medio reddito

Le prove esaminate nel documento Nutrients suggeriscono che alte percentuali di persone in America Centrale e Meridionale, hanno bassi livelli di vitamina C. Gli studi sulle donne messicane hanno mostrato  per il 39%  una carenza di livelli adeguati, per esempio, mentre uno studio sugli anziani in Ecuador ha trovato che il 60 per cento degli uomini e il 33 per cento delle donne ne erano carenti.

Allo stesso modo, uno studio su 117 donne incinte ricoverate in ospedale a San Paolo, in Brasile, ha trovato che il 31% aveva livelli insufficienti.

Anche in India sono stati riscontrati alti livelli di carenza di vitamina C. In uno studio di adulti di età superiore ai 60 anni, la carenza è stata osservata nel 74 per cento delle persone nel nord dell’India e il 46 per cento nel sud dell’India.

La ricerca in Russia ha trovato che il 90 per cento degli uomini adulti ha bassi livelli di integratori, con il 79 per cento di carenza assoluta. In Afghanistan sono stati osservati gravi focolai di scorbuto nei mesi invernali.

La ricerca ha anche scoperto una diffusa carenza di vitamina C in Africa. Uno studio che valuta le concentrazioni di vitamina C in 285 persone anziane in Sud Africa ha trovato che l’84 per cento degli uomini e il 62 per cento delle donne aveva bassi livelli.

In Nigeria, uno studio su 400 donne che frequentano una clinica prenatale, ha trovato un sorprendente 80 per cento di esse con livelli insufficienti. Risultati simili sono stati trovati in Uganda, dove una ricerca sulla pre-eclampsia in un ospedale di Kampala ha rilevato che il 70% delle donne ne era carente.

Forse non sorprende, quindi, che il documento Nutrients faccia notare che in Africa si verifichino ancora  focolai clinici di scorbuto .

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Di quanta vitamina C abbiamo bisogno?

Il documento di Nutrients descrive come le assunzioni raccomandate di vitamina C variano significativamente da un paese all’altro; le quantità giornaliere consigliate, vanno da 40 mg a circa 200 mg.

Chiaramente, il più basso quantitativo in questi consigli sembra essere stato concepito solo per prevenire la carenza, piuttosto che per ottimizzare la salute. Questo solleva importanti domande su come dovremmo definire la carenza e sulla quantità di vitamina C di cui abbiamo bisogno per una salute ottimale.

Il documento Nutrients suggerisce che assumere 100-200 mg al giorno di vitamina C,  manterrebbero le concentrazioni di sangue a “uno stato di saturazione adeguato”, che definisce come un livello compreso tra 50-75 µmol/L (micromolli per litro).

L’ipovitaminosi, o bassa vitamina C, viene  definita ad un livello inferiore a 23 µmol/L, mentre la carenza quando inferiore a 11 µmol/L. Ma per una salute ottimale, compresa la prevenzione delle malattie cardiovascolari e di altri problemi di salute, anche un’assunzione di 200 mg al giorno è insufficiente.

Nel suo libro Why Animals Don’t Get Heart Attacks…But People Do’, il Dr. Rath raccomanda un apporto giornaliero di vitamina C compreso tra 600-3000 mg.

Egli afferma inoltre che i pazienti e le persone con particolari esigenze nutrizionali possono richiedere una dose di due o tre volte tanto e consiglia di assumere la vitamina C come parte di una combinazione sinergica di vitamine, minerali, aminoacidi e oligoelementi.

Queste sue raccomandazioni si basano sulla sua ricerca ultratrentennale, che analizza i benefici per la salute derivanti dai micronutrienti, nella lotta contro una varietà di malattie.

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Gli autori del documento Nutrients, concludono consigliando i medici a rimanere vigili sulla carenza di vitamina C come causa o fattore che contribuisce ai comuni problemi di salute.

Essi riconoscono anche il valore dell’integrazione e descrivono come la ricerca abbia indicato che la biodisponibilità della vitamina C da integratori, è paragonabile a quella di frutta e verdura.

Il loro lavoro dovrebbe essere una lettura essenziale per qualsiasi medico che creda ancora che la carenza di vitamina C sia rara o che gli integratori non abbiano posto nella prevenzione delle malattie.

Fonte: https://www.dr-rath-foundation.org/2020/07/new-study-provides-evidence-showing-vitamin-c-deficiency-is-common-worldwide/

Traduzione: M. Cristina Bassi per www-thelivingspirits.net

 

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