In questa era covid, la morte è più che mai un tema ed una presenza palpabile nella nostra vita fisica, mentale e spirituale ed è per questo che credo che l’articolo che segue possa essere di ispirazione e nutrimento. Lo traduco e sintetizzo dal sito inglese dell’archivio delle conferenze di Rudolf Steiner. Si tratta della conferenza del 19 gennaio 1922, a Mannheim, dal titolo:. “Metodi di Iniziazione vecchi e nuovi”, in cui Steiner comunicava la visione antroposofica del post mortem e cosa è opportuno fare per prepararsi ad essa.
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È vero che le persone che hanno vissuto il secondo decennio del XX secolo hanno attraversato molto di più di quanto si possa sperimentare in un arco di secoli. Siamo addormentati nell’anima se non notiamo come tutto ciò che riguarda l’evoluzione umana sia diverso oggi rispetto a dieci anni fa.
L’umanità in generale potrà rendersi conto pienamente dell’intera grande svolta che ha avuto luogo, solo dopo che sarà passato un po’ di tempo. Allora vedremo come gli eventi che si sono verificati in modo così catastrofico alla superficie della vita, arrivino in profondità alle radici dell’anima umana, e come ciò che è accaduto sia nato in primo luogo da errori dell’anima che hanno colpito le più ampie cerchie dell’umanità.
Solo quando si deciderà di cercare nelle anime umane le vere ragioni di questa grande disgrazia umana sarà possibile raggiungere una reale comprensione di questo periodo di prova attraversato dall’umanità.
Sia le questioni e gli eventi più grandi che quelli più piccoli del mondo, nascono dal regno spirituale, dalla vita nello spirito. Oggi l’umanità si trova di fronte a questioni universali, che possono essere affrontate solo dal profondo della vita spirituale, eppure in tutto il mondo vengono trattate nel modo più superficiale.
Non c’è la possibilità di vedere ciò che sta lottando per emergere dalle profondità dell’anima e della vita spirituale umana. Eppure è proprio questa possibilità che l’Antroposofia vuole portare all’umanità. Oggi parlerò, al di fuori della visione antroposofica del mondo, di alcuni aspetti intimi della vita animica e spirituale dell’uomo. Poi, dal punto di vista che questo ci darà, forse potremo concludere con una breve considerazione su alcuni eventi storici recenti. 1
La scienza spirituale antroposofica vuole parlare di quei mondi che per il momento sono nascosti alle percezioni sensoriali esterne e anche all’intelletto che è legato a queste percezioni sensoriali. Vuole parlare soprattutto di tutto ciò che è legato all’aspetto eterno dell’anima umana. Noi diciamo che i regni in cui questa visione del mondo antroposofica vuole penetrare, possono essere raggiunti solo se l’uomo supera la soglia della coscienza.
Ciò che si intende è che il passo oltre la soglia deve essere fatto consapevolmente, se si vuole ottenere la conoscenza di questi regni sovrasensibili. Gli esseri umani, infatti, superano inconsapevolmente la soglia ogni volta che vanno a dormire. A proposito della soglia che attraversiamo ogni giorno, quando andiamo a dormire e ci svegliamo, diciamo che è sorvegliata dal Guardiano della Soglia.
In questo modo parliamo di una forza spirituale che il ricercatore spirituale sa essere reale quanto gli esseri umani che incontriamo. Parliamo del Guardiano della soglia perché nell’attuale fase di sviluppo dell’umanità gli esseri umani hanno davvero bisogno di essere protetti nella loro coscienza dall’attraversare impreparati i regni spirituali.
Gli esseri umani non potrebbero raggiungere la loro vera natura nel corso dell’evoluzione, se non dovessero essi stessi lavorare e conquistare la forza con cui avvicinarsi al mondo spirituale. Se la sola grazia immeritata permettesse loro di varcare la soglia, forse sarebbero esseri spirituali elevati, ma non sarebbero esseri umani nel vero senso della parola.
Non sarebbero esseri che conquistano il proprio valore. Perché essere un vero essere umano nell’universo significa essere l’artefice del proprio valore. Varcare la soglia impreparati porterebbe a una sorta di combustione dell’essere umano, una sorta di spegnimento dell’essere umano.
Osservate come si sprofonda in una sorta di stato di incoscienza quando si va a dormire. Da questo stato di incoscienza si alzano singole onde nel mondo dei sogni, come dalle profondità dell’oceano. Anche per coloro che sono liberi da qualsiasi tipo di superstizione o misticismo nebuloso, questo mondo dei sogni è misterioso, enigmatico, e deve essere percepito come appartenente all’essere più profondo del mondo e dell’esistenza dell’uomo.
Il periodo che l’uomo trascorre tra il sonno e il risveglio è quindi una sorta di abbassamento di coscienza da cui emerge il mondo figurato dei sogni. E anche se seguiamo i sogni solo in modo esteriore, dobbiamo comunque dire che essi contengono immagini echi di quel mondo e di quell’esistenza: Essi contengono immagini echi di quella vita che non ci viene data solo attraverso le nostre percezioni sensoriali per mezzo dell’intelletto, ma anche attraverso i nostri sentimenti.
Ma contengono questo mondo altrimenti familiare, in un modo diverso. Nel complesso, non contengono pensieri astratti; trasformano tutto in immagini. Mentre il mondo sensibile che conosciamo ha una certa coerenza e un ordine che soddisfa la nostra comprensione, per cui ogni cosa ha il suo posto nello spazio e nel tempo, i sogni sembrano sconvolgere tutto.
Eventi accaduti ieri si mescolano ad altri accaduti decenni fa. I sogni impongono un ordine alle cose che differisce dall’ordine dello spazio e del tempo in cui guardiamo con la nostra coscienza diurna.
Esaminando i sogni più da vicino, scopriamo che ciò che manca in essi è la nostra capacità di pensare. Al risveglio sentiamo di passare dal sonno senza sogni al mondo in cui nascono le idee e i pensieri umani. Sentiamo di riversare il mondo delle immagini dei sogni nella nostra natura corporea.
E mentre lo facciamo, il nostro corpo invia la forza del pensiero che mette di nuovo ordine in ciò che i sogni hanno confuso. Il nostro corpo ci prende per mano quando ci svegliamo; il nostro corpo ci dà il potere delle idee, e nel gestire questo potere diventiamo pienamente svegli.
Le idee e i pensieri che conosciamo nella vita quotidiana ordinaria sono legati al nostro corpo fisico esterno, che rimane a letto la notte quando il nostro essere di spirito e anima varca la soglia di un altro mondo. Quando la coscienza si spegne, lascia sulla soglia il potere e la capacità di formare un mondo di pensieri nel modo ordinario.
Ciò che supera la soglia è ciò che l’anima umana contiene a livello di sentimento e volontà. …ciò che trasporta gli esseri umani attraverso la soglia della coscienza è l’elemento del sentimento e della volontà della loro anima. Il sentimento e la volontà appartengono alla coscienza del sonno.
La vita dei pensieri e delle idee e anche una parte della vita dei sentimenti – perché i sogni illuminano – appartengono alla coscienza di veglia del giorno; si trovano al di qua della soglia. Parliamo del Guardiano della soglia perché è necessario, al loro attuale stadio di coscienza, che gli esseri umani non varchino consapevolmente ma impreparati la soglia che attraversano inconsapevolmente ogni volta che si addormentano.
Quando riconosciamo le forze all’interno delle quali gli esseri umani si trovano dall’altra parte della soglia, impariamo anche a sperimentare perché devono essere sorvegliati – impediti da un Guardiano, da qualcosa che veglia su di loro – dal varcare impreparati la soglia del mondo spirituale
Quando entriamo nel mondo al di là della soglia, a prima vista appare certamente molto diverso da quello che siamo abituati ad aspettarci. … Perché cos’è che ci appare per primo nel mondo spirituale? Le forze, gli esseri, sono quelli che ci appaiono per primi.
E si comportano – non posso esprimerlo altrimenti – in modo del tutto dannoso rispetto al mondo ordinario delle percezioni sensoriali. Quando varchiamo la soglia del mondo spirituale, ci troviamo di fronte a un fuoco ardente e bruciante che cerca di divorare tutto ciò che il mondo delle percezioni sensoriali ha da offrire.
Entriamo, senza dubbio, nel mondo delle forze distruttive. Questa è la prima visione che ci si presenta dall’altra parte. A partire dai fatti, voglio darvi un’idea di come ci si sente quando si passa dall’altra parte.
Guardando semplicemente al mondo dello spazio, scopriamo che, dopo che l’individuo ha varcato la soglia, il corpo fisico appare esternamente più o meno come prima. Ma ben presto notiamo che questo corpo fisico, che ha mantenuto la sua forma naturale per decenni, viene dissolto, distrutto dalle forze del mondo esterno, del cosmo esterno.
Semplicemente guardando senza pregiudizi il fatto che, una volta che l’anima se ne è andata, il corpo viene distrutto e dissolto dalle forze della natura, dobbiamo convincerci che tra la nascita e la morte vive in esso qualcosa che non appartiene al mondo della percezione sensoriale e che ne impedisce la distruzione.
Infatti, se appartenesse a questo stesso mondo, distruggerebbe il corpo invece di preservarlo. Se solo si tenesse conto di questo fatto evidente, non sarebbe così difficile entrare nella scienza spirituale antroposofica.
C’è il cadavere; le forze esterne della natura lo distruggono. Se ciò che portiamo dentro di noi fosse simile alle forze della natura, distruggerebbe questo corpo in continuazione. Questi semplici pensieri vengono sempre ignorati.
Nel momento in cui il nostro corpo viene abbandonato dall’anima, viene distrutto. Quando lasciamo questo corpo andando a dormire, entriamo nel mondo che distrugge il nostro cadavere. Questo dobbiamo arrivare a riconoscerlo.
Quando andiamo a dormire entriamo nel mondo delle forze distruttive, eppure questo è il mondo spirituale. Perché? Chi si aspetta di trovare oltre la soglia qualcosa che assomigli a ciò che si trova qui nel mondo fisico dei sensi, si aspetta semplicemente di trovare un altro mondo fisico oltre la soglia.
Ma se lì si trova lo spirito, allora non può esserci anche il mondo fisico delle percezioni sensoriali. Ciò che sperimentiamo lì dovrà essere costituito da forze che hanno l’inclinazione a distruggere il mondo fisico dei sensi. Questo lo sperimentiamo in pieno quando attraversiamo la soglia in modo consapevole. Sperimentiamo con forza che in questo mondo spirituale troviamo ciò che è per sempre incline a distruggere il mondo fisico.
Dobbiamo imparare ad amare questo mondo fisico come un mondo pieno di saggezza, per essere ben preparati ad entrare nel mondo spirituale. Prima di prendere posto, per così dire, al fianco dei creatori, dobbiamo imparare ad amare la loro creazione e comprendere a fondo che il mondo così come è stato creato non è stato portato avanti senza senso da forze divine e creative.
Per entrare ben preparati nel mondo spirituale dobbiamo prima aver compreso a fondo il significato della vita terrena. Altrimenti, al risveglio di ogni mattina, torneremmo nel mondo delle percezioni sensoriali pieni di un terribile odio per questo mondo e con l’impulso di distruggerlo.
Semplicemente per la necessità dell’esistenza umana, ci sveglieremmo pieni di odio e di rabbia se trascorressimo il tempo tra il sonno e il risveglio in uno stato di coscienza di questo tipo.
I sogni dicono: Basta, la logica è finita, non voglio nessuna logica! La logica è per il mondo esterno delle percezioni sensoriali; lì organizza dogmaticamente tutto. Via la logica, ci vuole un altro ordine del mondo! Questo è ciò che dicono i sogni.
E se non solo fossero abbastanza forti da accarezzare il nostro cervello, ma fossero anche in grado di immergersi in tutto il nostro corpo, allora si impadronirebbero non solo dei nostri istinti logici, ma anche di tutti gli altri istinti e della nostra vita emotiva. Così come distruggono la logica, distruggerebbero anche l’intera vita degli esseri umani fisici.
.. la logica viene distrutta solo momentaneamente…. Ciò che continua durante il sonno sono le forze che appartengono al nostro sistema ritmico. La respirazione continua, il battito cardiaco e le pulsazioni continuano.
Ma i pensieri cessano, la volontà cessa. Ciò che appartiene alla nostra regione intermedia continua, anche se in forma attenuata. Nel momento in cui il polso diventa un po’ più debole nel cervello, i sogni si precipitano e si mettono a distruggere le forze del corpo – della logica – finché queste forze del corpo non vincono nuovamente i sogni, mentre il polso acquista forza.
I materialisti non sanno essere veramente materialisti perché non sanno come il regno spirituale lavori insieme a quello fisico.
Non si accorgono di come lo spirito entri nel fisico e lì continui a lavorare. È molto interessante osservare come lo spirito entri e voglia innanzitutto farsi sentire e distruggere la logica. Poi le forze del corpo fisico, i suoi poteri di pensiero e di idee, entrano nella mischia e lo vincono di nuovo.
I sogni sono resi innocui per la vita fisica e terrena. Se si considera questo aspetto in modo corretto, si acquisisce una profonda comprensione del rapporto tra veglia e sonno, perché mostra che dobbiamo rimanere consapevoli della nostra origine spirituale, che dobbiamo sprofondare sempre di più nel sonno, ma che d’altra parte, nell’attuale stadio della nostra evoluzione, dobbiamo essere impediti di seguire in piena coscienza ciò che avviene nello stato in cui entriamo tra l’addormentamento e il risveglio.
Varcare il portale della morte
Viviamo sulla nostra terra. È, in primo luogo, una creazione fisica e cosmica. Verrà un tempo in cui questa terra subirà la morte per fuoco. Passerà attraverso un vero e proprio incendio fisico, quando le forze di distruzione si impadroniranno di ogni forma terrestre, non solo dei cadaveri.
Forze spirituali stanno conducendo la terra verso questa morte per fuoco, forze spirituali che sono connesse con la terra e che incontriamo nel primo stadio in cui entriamo quando oltrepassiamo il Guardiano della Soglia nel mondo spirituale.
Consideriamo cosa abbiamo guadagnato nel varcare il portale della morte. Il nostro corpo fisico viene completamente abbandonato. Il nostro elemento spirituale e animico entra ora nel mondo spirituale in modo tale da sviluppare subito il desiderio di tornare al corpo fisico.
L’elemento dello spirito e dell’anima, una volta deposto il corpo fisico, può ora iniziare a formare una vita di pensiero senza il corpo fisico. Mentre viveva nel corpo era troppo debole per sopportare le forze della distruzione.
Ora, mentre questo elemento dello spirito e dell’anima attraversa il portale della morte, deve essere abbastanza forte da non desiderare il ritorno al corpo fisico. Poiché non rimane più incosciente, ma entra in una vera e propria coscienza, quando attraversa il portale della morte deve assumere un certo tipo di vita di pensiero, perché solo nella vita di pensiero è possibile diventare veramente coscienti.
Questa è l’enorme differenza tra il varcare la soglia del sonno e il passare attraverso il portale della morte. Quando ci addormentiamo, il nostro mondo di pensieri viene semplicemente smorzato, finché non ritorna quando rientriamo nel nostro corpo fisico al risveglio.
Quando moriamo, riprendiamo la vita del pensiero con la nostra anima e il nostro elemento spirituale senza la mediazione del corpo fisico. Che cosa significa?
Gli esseri umani non tornerebbero mai nel loro corpo fisico al mattino se conoscessero il mondo spirituale, se fossero cresciuti per farne parte e non avessero il desiderio, che è in loro inconsciamente, di tornare nel loro corpo fisico, cioè nel mondo fisico.
I desideri, tuttavia, sono qualcosa che non è collegato alla coscienza chiara, ma che smorza questa coscienza chiara in una penombra. Gli esseri umani tornano nel loro corpo al mattino grazie a un desiderio, ma sono proprio questi desideri, che spingono verso il corpo fisico, a smorzare il loro mondo del pensiero.
Perciò ritrovano la vita del pensiero solo quando sono tornati nel corpo. Ma, con la morte, anche i desideri sono morti. Gli esseri umani entrano nel mondo-pensiero. In quanto esseri di spirito e anima, ora hanno una vita di pensiero, ma se entrassero nella morte del tutto impreparati, entrerebbero nello stesso mondo in cui entriamo noi quando andiamo a dormire la sera.
Per esprimere questo concetto in termini estremi, dobbiamo dire: Se gli esseri umani entrano nella morte impreparati, si trovano in una situazione terribile, perché devono osservare ciò che accade al loro corpo fisico. Il loro corpo fisico viene polverizzato nel mondo-tutto, perché se non cremiamo il corpo, esso viene cremato dal cosmo. E gli esseri umani devono assistere a questo evento se non sono preparati.
Qual è la conseguenza di ciò e cosa deve accadere affinché gli esseri umani non vedano solo la distruzione dopo la morte, affinché non vivano solo in mezzo a forze distruttive? Assorbendo contenuti spirituali, sviluppando una visione del mondo coerente con lo spirito, devono portare un rapporto interiore con il mondo divino e spirituale attraverso il portale della morte.
Se si è consapevoli solo di un mondo fisico e materiale, dopo la morte si entra in uno stato di terribile impreparazione nel mondo delle forze distruttive come in un mondo di fiamme ardenti. Ma se si riempiono di idee e pensieri sul mondo spirituale, allora le fiamme diventano il luogo di nascita dello spirito dopo la morte, cosicché non vedono solo la distruzione; nel distacco della polvere terrestre dalla loro orbita umana, vedono sorgere lo spirito.
Nessuno dovrebbe dire ciò che le comuni idee materialiste sono così inclini a dire: “posso attendere, fintanto che la morte arriva”! No, dobbiamo portare con noi la coscienza del mondo spirituale attraverso il portale della morte.
Poi, con la nostra anima e il nostro spirito, possiamo vincere le forze cosmiche distruttive che si impadroniscono del nostro corpo, in modo che il nostro elemento di spirito e anima si elevi con nuova creatività al di sopra della distruzione.
Ve lo dico sulla base della scienza spirituale antroposofica, ma sicuramente tutti voi avete sentito parlare della paura che si provava in passato nel senso di sventura nei confronti della morte, un senso di sventura di cui parlava l’apostolo Paolo 2 quando parlava della salvezza dell’anima dell’uomo dalla morte.
Un tempo si sapeva che si poteva morire non solo fisicamente con il proprio corpo, ma anche spiritualmente con la propria anima. Gli esseri umani non amano parlare della possibile morte della loro anima. Quando parla di morte Paolo non intende la morte fisica. Intende qualcosa che può accadere perché la morte fisica vuole portare alla morte dell’anima e dello spirito.
L’uomo deve tornare a rendersi conto che deve fare qualcosa durante la sua vita fisica terrena per unire la sua coscienza alla sua anima e al suo spirito, affinché questi portino qualcosa attraverso la morte, affinché lo spirito possa sorgere per lui dalle fiamme divoranti che sono sempre presenti dopo la morte.
La serietà assoluta della vita e la pigrizia umana
Nessuna visione del mondo è degna dell’essere umano se non conduce, attraverso la forza interiore, a un mondo di valori morali, se non pone davanti alle nostre anime la serietà assoluta della vita.
Parlare di forze fisiche e chimiche che costruiscono la terra e di creature viventi e, infine, dell’uomo che si sviluppa lungo il percorso, non è solo una visione unilaterale del mondo, ma anche una visione che ignora la serietà della vita e che nasce, in realtà, semplicemente dalla pigrizia umana.
Una visione del mondo, invece, che raggiunge un atteggiamento corretto nei confronti dello spirito, conduce ad una serietà in merito alla vita, perché mette davanti all’anima la possibilità che, varcando la porta della morte, l’essere umano possa unirsi alle forze della distruzione.
Durante la vita fisica agli esseri umani è data la possibilità di prepararsi adeguatamente, perché ogni sera, quando vanno a dormire, sono protetti dal vedere il mondo delle forze distruttive a cui esse sono collegati.
Viene loro dato del tempo per assimilare qualcosa che possa guidarli attraverso il portale della morte in modo che dia loro la possibilità di discernere lo spirito all’interno delle forze di distruzione.
Non è possibile non enfatizzare il fatto che i sentimenti e le percezioni nella vita devono essere conseguenti ad una visione del mondo, come dato di fatto, e che tale visione del mondo non deve rimanere una mera teoria astratta, ma deve diventare qualcosa di vivo, qualcosa che si impadronisca dei sentimenti e della volontà.
L’umanità civilizzata deve lottare ancora per una visione del mondo di questo tipo. Quindi, ancora una volta, ciò che è imperituro sarà visto all’interno di tutto ciò che è deperibile e oltre ciò che non persegue egoisticamente il suo corso all’interno dell’uomo, sarà possibile spingersi verso l’eternità e l’immortalità.
Da questo punto di vista guardate la vita come si svolge oggi. E non offendetevi se qualcuno che deve parlare onestamente è costretto a dire cose così sgradevoli.
Guardate, ad esempio, l’educazione religiosa. Su cosa si basa? Sull’egoismo! Poiché le persone vogliono vivere oltre la morte, si parla di immortalità, cioè della possibilità di attraversare la morte consapevolmente.
Le persone desiderano intensamente questo, e quindi per soddisfarle – perché è sgradevole appellarsi alla conoscenza – si omette la conoscenza e si fa appello alla mera credenza. In questo modo ci si avvicina solo all’egoismo umano, che vuole vedere come sarà dopo la morte, invece di aspettare che avvenga.

La conoscenza… e non la credenza
Non si trova interessante ciò che è prima della nascita. Questo può essere appreso solo attraverso la conoscenza. Infatti, l’eternità – ciò che viene dopo la morte e ciò che si estende oltre il concepimento – può essere trovata solo attraverso la conoscenza.
Persino la nostra lingua dimostra che abbiamo solo una mezza conoscenza dell’eternità dell’uomo. Parliamo solo di immortalità, di “non-morte”. Abbiamo bisogno di una parola che indichi anche la “non nascita”.
Solo quando riusciremo a cogliere entrambe le cose, potremo finalmente comprendere l’eternità dell’essere umano. Fino ad arrivare al linguaggio, l’uomo del nostro tempo ha abiurato i suoi legami con il mondo spirituale.
Bisogna ritrovare questi collegamenti. Se non li si ritrova, sarà assolutamente impossibile continuare a vivere in modo adeguato e la cultura e la civiltà di oggi potrebbero cadere in un declino assoluto.
Fonte: https://rsarchive.org/Lectures/19220119p01.html
traduzione e sintesi: M. Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net