Societa’ orwelliana Inganni

J.W.Whitehead: il tecnoautoritarismo è qui per restare. La Cina e il Deep State hanno unito le forze

Scritto da Cristina Bassi

Nel 1982 l’avvocato John W. Whitehead (QUI altri articoli su questo sito), l’autore che traduco nel seguito,  fondò il Rutherford Institute , che è diventato uno dei principali difensori delle libertà civili e dei diritti umani a livello nazionale, con azioni legali nei tribunali e educazione del pubblico su un’ampia gamma di questioni che riguardano la libertà individuale negli Stati Uniti e nel mondo”. Nell’articolo, forse non a caso postato pochi giorni dopo le elezioni americane di Midterm, Whitehead propone  una analisi allarmante, ma realista, che non riguarda solo l’America ma tutte le società del mondo attuale.
Ricordo che David Icke, da anni dice che se vogliamo vedere dove è diretto l’Occidente, dobbiamo guardare alla Cina…

(fonte immagine di apertura)
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John Whitehead
“Se questo governo diventasse una tirannia, se un dittatore
prendesse il potere in questo Paese, la capacità tecnologica
che la comunità dei servizi segreti ha dato al governo
potrebbe consentirgli di imporre una tirannia totale,
e non ci sarebbe modo di reagire”.
Senatore Frank Church

Sono arrivati i voti.

A prescindere da chi si candiderà, da chi controllerà la Casa Bianca, il Senato o la Camera dei Rappresentanti ora o in futuro, “noi, il popolo” abbiamo già perso.

Abbiamo perso perché il futuro di questa nazione, viene forgiato al di fuori della portata delle nostre leggi, delle nostre elezioni e dei nostri confini, da poteri tecno-autoritari che non hanno alcun riguardo per l’individualità, la privacy o la libertà.

Il destino dell’America viene fatto in Cina, il nostro modello di riferimento per tutte le cose distopiche.

Come potenza economica e politica che possiede più debito americano di qualsiasi altro Paese e che sta acquistando aziende americane in tutti i settori, la Cina è un regime totalitario feroce che impiega abitualmente censura, sorveglianza e brutali tattiche da Stato di polizia per intimidire la popolazione, mantenere il potere ed espandere la ricchezza della sua élite aziendale.

Dove va la Cina, lì seguono in fondo gli Stati Uniti, e dove seguono c’è una vera e propria tirannia.

Censura
La macchina della censura cinese è uscita direttamente da 1984 di Orwell, con agenzie governative e aziende che lavorano insieme per limitare la libertà di espressione della popolazione. Solo pochi anni fa, infatti, la Cina ha vietato l’uso della parola “disaccordo”, così come i riferimenti ai romanzi di George Orwell La fattoria degli animali e 1984.

Le agenzie governative perseguitano e intimidiscono abitualmente chiunque sia considerato non conforme. Gli attivisti vengono spesso sanzionati per essersi riuniti in luoghi pubblici e accusati penalmente di aver “attaccato briga e provocato problemi”. La Cina ha fatto di tutto per mettere la museruola ai giornalisti che denunciavano la corruzione o le violazioni dei diritti umani.

Sorveglianza.
Il COVID-19 ha fatto uscire dall’ombra la sorveglianza orwelliana della Cina e le ha fornito la scusa perfetta, per scatenare tutta la forza dei suoi ampi e sofisticati poteri di sorveglianza e raccolta dati dei suoi cittadini e del resto del mondo. Nelle stazioni ferroviarie delle principali città sono stati installati scanner termici che utilizzano l’intelligenza artificiale (AI) per valutare la temperatura corporea e identificare chiunque abbia la febbre.

Le telecamere per il riconoscimento facciale e i gestori telefonici hanno monitorato costantemente i movimenti delle persone, riferendo in tempo reale a centri dati a cui potevano accedere agenti governativi e datori di lavoro. Inoltre, avvisi di colore codificato (rosso, giallo e verde) suddividevano le persone in categorie sanitarie che corrispondevano alla quantità di libertà di movimento consentita: “Codice verde, viaggiare liberamente. Rosso o giallo, fare rapporto immediatamente”.

Punteggi di credito dei social media.
Prima dell’epidemia di coronavirus, lo Stato di sorveglianza cinese era già al lavoro per tracciare i suoi cittadini attraverso l’uso di circa 200 milioni di telecamere di sicurezza installate a livello nazionale. Dotate di tecnologia di riconoscimento facciale, le telecamere permettono alle autorità di tracciare i cosiddetti atti criminali, come l’attraversamento sulle strisce pedonali, che contribuiscono al punteggio di credito sociale di una persona.

I punteggi di credito assegnati dai social media a individui e aziende cinesi, li classificano come “buoni” cittadini o meno. Il “punteggio cittadino” determina il posto nella società in base alla fedeltà al governo.

Un sistema di nome reale – che richiede l’uso di carte d’identità rilasciate dal governo per acquistare sim per cellulari, ottenere account sui social media, prendere un treno, imbarcarsi su un aereo o persino fare la spesa – unito ai punteggi di credito dei social media, fa sì che a coloro che vengono inseriti nella lista nera dei “non degni” sia vietato l’accesso ai mercati finanziari, l’acquisto di immobili o i viaggi in aereo o in treno. Tra le attività che possono farvi etichettare come indegni ci sono l’occupazione sui treni di posti riservati o il causare presunti problemi negli ospedali.

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Città sicure e intelligenti.
Dopo essere stata pioniera nello sviluppo delle cosiddette città intelligenti “sicure”, la Cina sta esportando in tutto il mondo comunità ad alta tecnologia in cui i residenti sono monitorati 24 ore su 24, ogni loro azione è sotto costante sorveglianza e ogni dispositivo è collegato a un cervello centrale gestito dall’intelligenza artificiale.

Come conclude l’esperto di privacy Vincent Mosco, “il vantaggio delle città intelligenti, va chiaramente alle autorità che sono in grado di usare la promessa della città moderna e high-tech per estendere e approfondire la sorveglianza. Il vantaggio va anche alle grandi aziende tecnologiche che traggono profitto in primo luogo dalla costruzione dell’infrastruttura della città intelligente e in secondo luogo dalla mercificazione dell’intero spazio della città intelligente. I cittadini guadagnano un po’ di efficienza operativa, ma a caro prezzo per la loro libertà”.

Valuta digitale.
La Cina ha già adottato una moneta digitale emessa dal governo, che non solo le consente di sorvegliare e sequestrare le transazioni finanziarie dei cittadini, ma può anche lavorare in tandem con il suo sistema di punteggio di credito sociale per punire gli individui per “cadute morali” e trasgressioni sociali (e premiarli per aver aderito al comportamento approvato dal governo).

Come ha scritto Akram Keram, esperto di Cina, per il Washington Post:
“con lo yuan digitale, il PCC [Partito Comunista Cinese] avrà il controllo diretto e l’accesso alla vita finanziaria degli individui, senza la necessità di forzare entità finanziarie intermediarie. In una società consumata dallo yuan digitale, il governo potrebbe facilmente sospendere i portafogli digitali di dissidenti e attivisti per i diritti umani”.

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L’autoritarismo digitale
ridefinirà il significato di libertà in quasi tutti gli aspetti della nostra vita. Ancora una volta, dobbiamo guardare alla Cina per capire cosa ci aspetta.

Come spiega Maya Wang, analista di Human Rights Watch:
Le autorità cinesi usano la tecnologia per controllare la popolazione in tutto il Paese, in modi più sottili ma comunque potenti. La banca centrale sta adottando la moneta digitale, che permetterà a Pechino di sorvegliare – e controllare – le transazioni finanziarie dei cittadini.
La Cina sta costruendo le cosiddette città sicure, che integrano i dati dei sistemi di sorveglianza intrusivi, per prevedere e prevenire qualsiasi cosa, dagli incendi ai disastri naturali e al dissenso politico. Il governo ritiene che
queste intrusioni, insieme ad azioni amministrative, come negare l’accesso ai servizi alle persone inserite nella lista nera, spingano le persone verso “comportamenti positivi”, tra cui un maggiore rispetto delle politiche governative e abitudini salutari come l’esercizio fisico”.

Sorveglianza via Intelligenza Artificiale.
Allo stesso modo in cui i prodotti cinesi si sono infiltrati in quasi tutti i mercati mondiali e hanno alterato le dinamiche dei consumatori, la Cina sta ora esportando la sua “tecnologia autoritariaai governi di tutto il mondo, apparentemente nel tentativo di diffondere il suo marchio di totalitarismo in tutto il mondo.

In realtà, sia la Cina che gli Stati Uniti hanno aperto la strada per fornire al resto del mondo la sorveglianza dell’Intelligenza Artificiale, a volte a tassi sovvenzionati. Nelle mani di tiranni e dittatori benevoli, la sorveglianza dell’Intelligenza Artificiale è il mezzo definitivo di repressione e controllo, in particolare attraverso l‘uso di piattaforme di smart city/safe city, sistemi di riconoscimento facciale e di monitoraggio predittivo. Queste tecnologie vengono utilizzate anche da gruppi di estremisti violenti e da trafficanti di sesso, bambini, droga e armi per i loro scopi nefasti.

Mentre i Paesi con regimi autoritari hanno avuto l’avidità di adottare la sorveglianza dell’IA, come chiarisce la ricerca del Carnegie Endowment, anche le democrazie liberali stanno “utilizzando in modo aggressivo gli strumenti dell’IA per sorvegliare le frontiere, arrestare potenziali criminali, monitorare i cittadini in caso di cattiva condotta e allontanare i sospetti terroristi dalla folla”.

Inoltre, è facile vedere come il modello cinese per il controllo di Internet sia stato integrato negli sforzi dello Stato di polizia americano per stanare i cosiddetti estremisti interni e anti-governativi.
È così che il totalitarismo conquista il mondo.

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Polizia segreta.
Secondo recenti rapporti, la Cina ha installato più di 54 forze di polizia segrete in 25 città del mondo, compresi gli Stati Uniti, come parte dei suoi sforzi per rintracciare e minacciare i dissidenti e deportarli in Cina perchè vengano perseguiti. La campagna per sorvegliare, intimidire e punire gli ex-patrioti che vivono all’estero e che sono impegnati nel dissenso, è stata soprannominata Operation Fox Hunt (Operazione Caccia alla Volpe).

Come ha osservato un’agenzia per i diritti umani, “è molto efficace il messaggio del Ministero degli Affari Esteri [cinese] : “non siete al sicuro da nessuna parte, possiamo trovarvi e possiamo arrivare a voi”.

Brutalità della polizia. Non è cambiato molto rispetto alla brutale repressione dei manifestanti in Cina dopo il massacro di Piazza Tienanmen. La polizia cinese rimane brutale, eccessiva e inflessibile, ora con l’aggiunta del potere dello stato di sorveglianza.

Tattiche di intimidazione.
La Cina ha imparato l’arte delle tattiche intimidatorie, minacciando gli attivisti, le loro famiglie e i loro mezzi di sostentamento se non si conformano ai dettami del governo.

Come ha spiegato un attivista, “ci sono state telefonate nel cuore della notte in cui si diceva che i membri della famiglia non avrebbero trovato lavoro se non si fosse collaborato con il governo, o che il numero di telefono dei tuoi genitori sarebbe stato pubblicato online e sarebbero stati molestati. Oppure, nel caso degli Uiguri, che il resto della tua famiglia sarà messo nei campi”.

Sparizione, lavaggio del cervello e tortura. Chi non si adegua ai dettami cinesi viene spesso fatto sparire, arrestato nel cuore della notte e imprigionato in campi di rieducazione orwelliani. Negli ultimi anni la Cina ha costruito più di 400 di questi campi di internamento per detenere persone per reati che vanno dalla contestazione del governo ai cosiddetti crimini religiosi come il possesso di un Corano o l’astensione dal mangiare carne di maiale.

Come riporta il Guardian, “gli abusi includono detenzioni arbitrarie dettagliate, torture e negligenza medica nei campi di detenzione e controllo coercitivo delle nascite”.L’influenza globale della Cina, la sua portata tecnologica, la sua ricerca di dominio mondiale e la sua rigida richiesta di conformità ci stanno spingendo verso un mondo in catene.

Attraverso la sua crescente presa sulla tecnologia di sorveglianza, la Cina ha eretto il primo Stato totalitario digitale del mondo e, nel processo, si è trasformata in un modello per gli aspiranti dittatori di tutto il mondo.

Ciò che troppi mancano di riconoscere, tuttavia, è che la Cina e il Deep State (lo Stato profondo) americano hanno unito le forze.

Come chiarisco in Battlefield America: The War on the American People e nella sua controparte narrativa The Erik Blair Diaries, questo è il fascismo che si nasconde dietro una sottile patina di governo aperto e di elezioni populiste.

A tutti gli effetti, siamo diventati la personificazione di ciò che Philip K. Dick temeva quando scrisse The Man in the High Castle (L’uomo nell’alto castello), una visione di un universo alternativo in cui le potenze dell’Asse sconfiggono gli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale e “il fascismo non ha semplicemente conquistato l’America. Si è insinuato, con inquietante facilità, nel DNA dell’America”.

Tuttavia, se la visione di Dick di un mondo in cui il totalitarismo è stato normalizzato è agghiacciante, la nostra crescente realtà di un mondo in cui il Deep State non solo è radicato, ma è diventato globale, è davvero terrificante.

La nostra bandiera nazionale può non vantare le strisce bianche e rosse con una svastica in campo blu come quelle raffigurate nel The Man in the High Castle, ma attenzione: non siamo meno occupati.

Fonte: https://www.rutherford.org/publications_resources/john_whiteheads_commentary/techno_authoritarianism_is_here_to_stay_china_and_the_deep_state_have_joined_forces

traduzione: M. Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net

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