“… i cittadini di tutto il mondo hanno urgentemente bisogno di interrogarsi sui motivi incivili che spingono i loro governi a celebrare silenziosamente e apertamente la morte, anziché la vita”.
Dal notiziario del movimento americano Children’s Health Defence CHD (La Difesa della Salute dei Bambini), che fa riferimento a Robert Kennedy jr,traduco l’articolo che segue. Dolore, tristezza, orrore e sgomento la fanno ormai da padrone, in questo Occidente “dai valori cristiani”. Figurarsi se mancassero.
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La crescente tendenza mondiale all’eutanasia e/o al suicidio assistito, soprattutto tra i bambini e i giovani, spinge i critici a porsi domande preoccupanti sulle reali motivazioni alla base di una serie di nuove leggi.
In un recente episodio di CHD.TV di “Good Morning CHD”, tre medici canadesi – i dottori Charles Hoffe e Stephen Malthouse e Chris Shaw, Ph.D. – hanno discusso l’inquietante normalizzazione del Canada, dal 2016, per l'”assistenza medica nel morire” (“MAID”) e il probabile sostegno imminente della pratica, da parte del loro governo, su “minori maturi” che richiedano la morte ad insaputa dei genitori o senza il loro consenso.
“Suicidio assistito dal medico”, “suicidio assistito”, “morte assistita” ed eutanasia: ognuno con connotazioni legali leggermente diverse, ma si riferiscono tutti a interventi medici per accelerare la morte, con la principale distinzione solo su “chi compie l’atto finale e fatale”.
L’anno scorso, il 3,3% dei decessi in Canada è avvenuto nell’ambito della MAID, il che rappresenta “un tasso di crescita del 32,4% rispetto al 2020″ e “una crescita costante anno su anno” in tutte le province, anche nella fascia di età compresa tra i 18 e i 45 anni.
Tra i primi 100 pazienti che si sono avvalsi della MAID nella provincia dell’Ontario, più del 5% erano giovani adulti di età compresa tra i 35 e i 54 anni.
In Olanda e in Belgio, altri Paesi che consentono l’eutanasia, i minori di 60 anni rappresentano rispettivamente il 12,5% e il 15% delle persone sottoposte a eutanasia.
Ciò di cui i medici canadesi stavano discutendo a “Good Morning CHD” è stata una conseguente modifica del 2021 alla legge MAID originaria dal Canada, che eliminava il criterio per cui in precedenza veniva richiesto che la morte di un candidato fosse “ragionevolmente prevedibile”, e rendendo le decisioni sull’ammissibilità alla cosa, molto più soggettive.
Persino per i casi di morte “ragionevolmente prevedibile”, il disegno di legge eliminva il “periodo di riflessione” di 10 giorni precedentemente richiesto, e riduceva da due a uno il requisito dei testimoni indipendenti.
I tre medici e altri critici di questa politica più espansiva, avvertono che “alimenterà la crescente cultura della morte” nel Paese e aprirà la porta a un’applicazione ancora più diffusa di una pratica già eticamente controversa, soprattutto perché il governo canadese si è impegnato a prendere in considerazione l’ammissibilità per i minori di 12 anni, se ritenuti “in grado di prendere decisioni riguardo alla loro salute”.
Estendere l’ammissione della MAID per i giovani – che potrebbe essere all’orizzonte già nel 2023 – significherebbe che “prima che i bambini in Canada possano guidare i veicoli, potrebbero essere autorizzati a dare il consenso ai medici che tolgono loro la vita”.
Come ha commentato ironicamente Hoffe ai suoi due colleghi, “è incredibile quanto il governo si stia spingendo oltre per ridurre la popolazione”.
Una tendenza in crescita, anche nei più giovani
La legalizzazione dell’eutanasia e/o del suicidio assistito dal medico è una tendenza in crescita in tutto il mondo, con uno “slancio” che “sembra inarrestabile”.
Non solo sempre più nazioni sostengono una pratica che è stata “proibita e moralmente condannata” per gran parte della storia dell’umanità, ma ogni Paese o giurisdizione che la consente sta registrando una crescita annuale pari a quella del Canada.
E quando si tratta di accelerare la morte dei giovani, in particolare, il Canada non è un’eccezione.
Il Belgio, nel 2014, è diventato il primo Paese a legalizzare l’iniezione letale per i bambini di tutte le età, dopo aver gettato le basi 12 anni prima con l’eutanasia legale, esplicitamente definita “trattamento medico”, per adulti e minori emancipati.
Secondo il Daily Mail, nel 2016 e nel 2017 le “leggi radicali” del Belgio permisero di mandare alla morte tre bambini e 19 giovani adulti sotto i 30 anni. Il Belgio ha riportato un altro decesso per eutanasia infantile nel 2019, anno in cui il Paese ha praticato un “numero record” di eutanasie in generale.
All’avanguardia dell’eutanasia infantile sono anche in Olanda, dove una legge del 2002 non solo ha stabilito la pratica per gli adulti – con un ampliamento della gamma di condizioni ammissibili nel 2007 – ma ha permesso l’eutanasia per i bambini dai 12 anni in su. Il consenso dei genitori non è richiesto per chi ha 16 o 17 anni.
Nel primo decennio, ci sono stati cinque decessi assistiti di adolescenti olandesi, tra cui uno di 12 anni. In base a un “patto del diavolo tra medici professionisti e pubblici ministeri”, i medici olandesi possono anche uccidere alcuni neonati nel primo anno di vita senza temere di essere perseguiti, purché seguano un protocollo stabilito.
Alla fine del 2022, un membro del Collegio dei medici del Quebec ha proposto qualcosa di simile al Parlamento canadese, suggerendo che i neonati con “gravi deformazioni o sindromi molto gravi e severe” siano candidati al suicidio assistito.
Un bioetico e medico, inorridito, obbiettò che questo avrebbe lasciato “troppo spazio a pregiudizi parentali, medici, personali, sociali ed economici”.
Data l‘ingiustificata paura per la COVID-19 pediatrica, paura utilizzata per giustificare obblighi vaccinali fuorvianti e in ultima analisi genocidi per i bambini, è degno di nota il fatto che, durante gli anni della pandemia, i Paesi Bassi si siano uniti al Canada nell’inasprire la propria legislazione sull’eutanasia dei bambini.
Alla fine del 2020, il Ministero della Salute, del Benessere e dello Sport olandese iniziò a prendere provvedimenti per estendere la “cessazione attiva della vita” ai bambini di età compresa tra 1 e 12 anni, preparando così il terreno con un rapporto favorevole, commissionato dalla Società olandese di Pediatria.
Il Ministro della Salute olandese Ernst Kuipers ha rinnovato la richiesta di eutanasia per i minori di 12 anni in un briefing del giugno 2022 ai membri del Parlamento.
Nel frattempo, nel maggio 2022, la Colombia è diventata il primo Paese latinoamericano ad approvare il suicidio medicalmente assistito, avendo reso legale l’eutanasia nel 1997. Le leggi si applicano ai bambini a partire dai 6 anni.
Grazie alla sua disponibilità a fornire la morte agli stranieri, la Svizzera, dove il suicidio assistito (ma non l’eutanasia) è legale da settantanni, ha svolto un ruolo influente nella normalizzazione di questa pratica per tutte le età, attirando persino un lucroso “turismo del suicidio” in cliniche arredate da designer di lusso, .
Finché “i pazienti commettono l’atto da soli e chi li aiuta non ha alcun interesse nella loro morte”, non c’è un limite di età specifico, tanto da indurre il Guardian a osservare nel 2014 che “tecnicamente anche una persona giovane e in buona salute potrebbe usufruire di tali servizi”.
Secondo gli studi di quel periodo, in Svizzera un suicidio assistito su cinque ha coinvolto adulti di età inferiore ai 65 anni, compresi individui di appena 18 anni.
Un anno fa, la Svizzera ha legalizzato un nuovo e fantasioso modo di uccidersi che probabilmente piacerà ai giovani: una “capsula simile a una bara con finestre” progettata in modo che il futuro defunto possa premere un pulsante, inondare l’interno di azoto e morire entro 10 minuti.
Perchè morire? Contiamo i perchè…
Nel 2017, Kees van der Staaij, leader del partito cristiano olandese SGP, rese note le sue preoccupazioni, nientemeno che al Wall Street Journal, in merito alla “cultura dell’eutanasia” del suo Paese. Altre figure di spicco convennero che la situazione avrebbe potuto “sfuggire di mano”.
Nello stesso anno, dei politici olandesi discussero l’opzione di rendere legale l’eutanasia a persone “perfettamente in salute“, consentendo “a qualsiasi persona di età pari o superiore a 75 anni, che decidesse che la propria vita “è completa” , di ricevere l’eutanasia”.
Nel 2015, i medici belgi acconsentirono l’eutanasia per una donna sana di 24 anni che si era convinta di avere avuto da sempre un “desiderio di morte” , nonostante fosse cresciuta “con una famiglia tranquilla e stabile”.
L’allentamento dei criteri di accelerazione della morte da parte del Canada, nel 2021, suggerisce che siano legittime le preoccupazioni per un processo fuori controllo: in quell’anno, 219 persone “la cui morte naturale non era ragionevolmente prevedibile” scelsero immediatamente la morte assistita. Quasi la metà di quel gruppo (il 46%) citò problemi “neurologici” come motivo per morire.
Tra il 2011 e il 2014, in Olanda, i medici praticarono l’eutanasia a 110 persone, solo per disturbi mentali, tra cui un uomo di 30 anni “la cui unica diagnosi era l’autismo“.
In uno studio pubblicato nel 2020, dei ricercatori europei hanno messo in guardia sul fatto che concedere l’eutanasia e il suicidio assistito dal medico (EAS) “sulla base di una percezione della malattia del paziente come non curabile e senza prospettive di miglioramento, potrebbe… in molti casi non soddisfare i criteri di cura previsti dalle leggi EAS”.
E aggiungono: “Questa pratica trascura il potenziale dell’individuo di avere una vita degna di essere vissuta”.
In Canada, in Olanda e altrove, alcuni suggeriscono che la schiera dei candidati al suicidio assistito, includerà sempre più spesso non solo giovani e malati mentali, ma anche altri gruppi di emarginati, come i senzatetto, i poveri, i disabili, i malati di dolore cronico – e “persino i dissidenti che il governo ritiene non adatti alla società”.
I critici sostengono che invece di preservare la dignità umana, la morte medicalmente assistita “sembra essere un modo per uccidere i vulnerabili”, data la disponibilità del suicidio assistito che “induce alla disperazione... e rimuove il fatto di fare pressione per un miglioramento dei servizi psichiatrici e sociali”.
In realtà, da qualche tempo, le analisi costi-benefici si sono insinuate nel calcolo della morte assistita e questo con ricerche e rapporti pubblicati prima degli emendamenti canadesi del 2021, che descrivono come la morte assistita dal medico potrebbe “salvare milioni di persone”.
Gli osservatori notano anche “la pressione esercitata sulle società che invecchiano e che hanno un basso tasso di natalità, al fine di ridurre i costi dell’assistenza sanitaria“ e descrivono medici che “presumibilmente suggeriscono [il suicidio assistito] a… persone malate che cercano una tregua per motivi legati allo stress finanziario”.
Anche i più accaniti sostenitori dell’eutanasia temono che lo “sventramento finanziario del settore sanitario” incoraggi le persone disperate a ricorrere alla morte assistita.
Palese e nascosto
Negli Stati Uniti, il suicidio assistito da un medico, è legale per gli adulti in 10 Stati oltre la capitale; la metà di questi lo ha legalizzato solo negli ultimi cinque anni: Oregon (legge approvata nel 1994 e attuata nel 1997), Washington (2009), Montana (2009), Vermont (2013), California (2015), Colorado (2016), Distretto di Columbia (2017), Hawaii (2018), Maine (2019), New Jersey (2019) e New Mexico (2021).
Riflettendo la tendenza verso l’assistenza sanitaria a distanza, il governatore del Vermont ha firmato quest’anno una legge che consente la telemedicina come mezzo per l'”aiuto a morire”. La legge consente ai pazienti di rinunciare ai “due consulti di persona e al periodo di attesa di 48 ore” normalmente richiesti per ottenere una prescrizione, oltre a garantire agli operatori sanitari e ai farmacisti la piena immunità legale.
L‘entusiasmo che queste giurisdizioni mostrano per la “libertà” di morire -mentre impiegano la retorica della “dignità” e delle politiche “umane” – contrasta nettamente con la loro performance abissale e malevola, verificatasi durante la pandemia, quando appunto tutte le giurisdizioni (con l’eccezione del Montana) si sono distinte per la loro volontà di distruggere i mezzi di sussistenza delle persone, nonchè di usare misure autoritarie per sopprimere le libertà costituzionalmente garantite.
Il contrasto è stato evidente anche in Spagna, che nel 2021– coincidenza o meno – scelse di legalizzare l’eutanasia per adulti. Lo stesso primo ministro che applicò vigorosamente i lockdown e le restrizioni pandemiche, dichiarò con ironia che la decisione sull’eutanasia aveva reso il suo Paese “più umano, più giusto e più libero”.
Come la pandemia ha rivelato in modo inquietante, tuttavia, non è solo l’eutanasia palese ad essere in aumento: anche i governi sembrano sempre più disposti a mettere a morte i propri cittadini, anche se non lo ammettono.
Nel Regno Unito, che ufficialmente promette una pena detentiva fino a 14 anni per chi aiuta altri a morire, dei credibili rapporti sul campo, hanno descritto l’uso dell‘eutanasia segreta come un “protocollo medico”. Questo con prove schiaccianti tra cui l’acquisto senza precedenti, nel marzo 2020 e da parte del segretario alla Sanità, di una fornitura per due anni del farmaco midazolam, usato per le esecuzioni.
A partire dall’aprile 2020, i cittadini riferendosi alla morte di oltre 136.000 anziani residenti nelle case di cura del Regno Unito, li considerano come “omicidi da midazolam”, ma sottolineano anche che da molto più tempo, almeno dal 2008, “il governo britannico e le sue istituzioni si comportano come se l’eutanasia fosse perfettamente legale“
I protocolli COVID-19, con l’uso del ventilatore e del remdesivir, a cui si sono attenuti rigidamente gli ospedali statunitensi, immuni da responsabilità e con forti incentivi finanziari, sono stati un’altra forma di omicidio occulto, così come l’omissione in tutto il mondo di trattamenti sicuri e poco costosi come l’idrossiclorochina e l’ivermectina.
E naturalmente, l‘imposizione aggressiva di vacci nazioni COVID-19, notoriamente pericolose, ha portato a livelli ancora più scioccanti, la morte e la disabilità promosse dal governo.
Descrivendo come il suicidio medicalmente assistito sia diventato un valore caro ai “progressisti” e ai “liberali”, uno scrittore si chiede:
“Cosa succede se una società rimane liberale ma cessa di essere civile?”.
Mentre il condizionamento culturale a favore dell’eutanasia aumenta, i cittadini di tutto il mondo hanno urgentemente bisogno di interrogarsi sui motivi incivili che spingono i loro governi a celebrare silenziosamente e apertamente la morte, anziché la vita.
Fonte: https://childrenshealthdefense.org/defender/euthanasia-medical-assisted-suicide-children/?utm_source=salsa&eType=EmailBlastContent&eId=a760c374-3b11-472c-ada5-719aad5ba05c
traduzione: M.Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net