Del Sole si parla in queste settimane, fuori dall’ambito mainstream, per sottolineare il suo ruolo nelle condizioni climatiche della Terra (significando che tali condizioni non dipendono in larga misura dal prodotto dell’uomo, come vuole il mantra ufficiale) ed ecco una recente altra notizia molto interessante che lo riguarda e che traduco da space.com. Riguarda nuove scoperte relative alla sua produzione di energia, di raggi gamma.
“Pensavamo di aver capito come funziona questa stella, ma non è così”, dicono gli scienziati.
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Con una scoperta da record, gli scienziati hanno rilevato che il nostro stesso Sole emette una quantità straordinaria di raggi gamma – lunghezze d’onda della luce, note per veicolare più energia di qualsiasi altra lunghezza d’onda dello spettro elettromagnetico.
Si tratta di un fenomeno molto importante, in quanto si tratta della radiazione a più alta energia mai documentata, proveniente dalla stella che accoglie il nostro pianeta. Per l’esattezza, qualcosa come 1.000 miliardi di elettronvolt.
“Dopo aver esaminato sei anni di dati, è saltato fuori questo eccesso di raggi gamma”, ha dichiarato Meher Un Nisa, ricercatore di post-dottorato presso la Michigan State University e co-autore di un nuovo articolo sulle scoperte, che è stato pubblicato mercoledì (3 agosto). “Quando l’abbiamo visto per la prima volta, ci siamo detti: “Abbiamo sicuramente sbagliato. Il sole non può essere così luminoso a queste energie”.
“Il sole è più sorprendente di quanto pensassimo”, ha detto Nisa.
Prima che iniziate a preoccuparvi, no, questi raggi non possono danneggiarci. Ma possono avere un effetto a catena piuttosto importante per il futuro della fisica solare. Infatti, hanno già sollevato alcune importanti domande sul Sole, per esempio sul ruolo che il suo campo magnetico potrebbe avere nel fenomeno dei raggi gamma recentemente osservato.
Tutto questo grazie a una lente unica sul cosmo chiamata High-Altitude Water Cherenkov Observatory, o HAWC. In breve, questo osservatorio, completato nella primavera del 2015, è una struttura specificamente progettata per osservare le particelle associate ai raggi gamma ad altissima energia e ai raggi cosmici, questi ultimi altrettanto forti ma anche misteriosi in quanto spesso viaggiano attraverso l’universo senza mostrare un chiaro punto di partenza.
“In questo particolare regime energetico, gli altri telescopi terrestri non possono osservare il Sole perché lavorano solo di notte”, ha detto Nisa. “Il nostro funziona 24 ore su 24, 7 giorni su 7”.
L’HAWC utilizza fondamentalmente una rete di 300 grandi serbatoi d’acqua, spiega un comunicato stampa sul nuovo studio. Ognuno di questi serbatoi è riempito con circa 200 tonnellate metriche di acqua purificata e si annidiano tra due picchi di vulcani inattivi in Messico, a più di 3.962 metri sul livello del mare.
Tutta quest’acqua purificata è importante perché, quando le particelle ad alta energia provenienti dallo spazio colpiscono il liquido, la collisione provoca un fenomeno noto come radiazione Cherenkov (di cui forse avete sentito parlare se avete visto il telefilm “Chernobyl”).
Chiamata così in onore del premio Nobel per la fisica del 1958 Pavel Cherenkov, la radiazione Cherenkov si riferisce essenzialmente a un bagliore bluastro che si verifica quando particelle cariche elettricamente si muovono a una certa velocità attraverso un determinato mezzo, in questo caso l’acqua.
Sfruttando questo concetto, il campo visivo complessivo di HAWC copre il 15% del cielo, consentendo di rilevarne un totale di due terzi ogni 24 ore e di capire l’origine di varie particelle ad alta energia dirette verso la Terra.
Com’è la normale radiazione solare?
Anche se in passato gli scienziati avevano già osservato il sole emettere raggi gamma, tali osservazioni sono legate a eventi solari incredibilmente estremi, come le potentissime eruzioni solari. La recente scoperta di raggi gamma non sembra essere associata a questo tipo di scenario.
All’interno del Sole, anche i processi di fusione nucleare dovrebbero produrre queste forti lunghezze d’onda, ma i raggi gamma creati in questo modo non riescono a uscire dalla stella, tanto meno a una distanza tale da essere rilevati dagli strumenti terrestri.
Nella maggior parte dei casi, invece, ciò che vediamo irradiare dalla nostra stella ospitante, sono le lunghezze d’onda dell’infrarosso, dell’ultravioletto e, naturalmente, lunghezze d’onda che possiamo vedere a occhio nudo.
A titolo di esempio, una di queste lunghezze d’onda visibili ha un’energia di circa 1 elettronvolt. I raggi gamma a cui hanno assistito Nisa e i suoi colleghi ricercatori, invece, emettevano circa 1 trilione (1.000 miliardi) di elettronvolt. E ce n’erano molti.
Secondo il comunicato, la prima volta che gli scienziati hanno osservato raggi gamma con energie superiori a un miliardo di elettronvolt è stato nel 2011 con il telescopio spaziale Fermi Gamma-ray della NASA. Ma Fermi aveva un limite.
Il suo limite era di trovare raggi gamma con circa 200 miliardi di elettronvolt. Così, nel 2015, il team di ricerca del nuovo studio ha iniziato a raccogliere dati sui raggi gamma con HAWC, poiché questo osservatorio non sembrava avere la stessa limitazione.
“Ci hanno fatto un cenno e ci hanno detto: ‘Non vediamo un limite massimo. Potreste essere in grado di vedere qualcosa”, ha detto Nisa.
Il che ci porta al presente: per la prima volta abbiamo visto raggi solari con energie che raggiungono un trilione di elettronvolt. E, secondo Nisa, questo non sembra essere il massimo.
“Pensavamo di aver capito come funziona questa stella, ma non è così”.
Il lavoro è stato pubblicato giovedì (3 agosto) sulla rivista Physical Review Letters.
fonte: https://www.space.com/sun-blasts-highest-energy-radiation-ever-recorded-raising-questions-solar-physics
traduzione: M.Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net