“Nei primi nove mesi del 2022 le importazioni europee di GNL (gas naturale liquefatto) dalla Russia sono aumentate del 50%. Alcuni Paesi dell’UE che prima non importavano nulla o solo piccole quantità di gas naturale dalla Russia ,ora dal Paese ricevono regolarmente spedizioni di GNL”.
Questo si legge nell’articolo che traduco nel seguito, dal norvegese High North News, “un giornale indipendente pubblicato dal Centro High North dell’Università Nord. High North News segue il Codice etico della stampa norvegese ed è redatto secondo l’Associazione degli editori norvegesi” .
Che dire… siamo in un tragicomico film. A nostre spese, ma a beneficio di elite finanziarie.
La foto di apertura (Fonte Novatek ) :
La nave metaniera Arc7 Christophe de Margerie sulla rotta marittima settentrionale della Russia.
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Mentre le importazioni europee di gas russo da gasdotto, sono diminuite di oltre l’80%, le spedizioni di GNL (gas naturale liquefatto) russo in Europa sono aumentate del 50% nei primi 9 mesi del 2022, come dimostrano nuovi dati.
Per quanto l’UE sia riuscita a sostituire la maggior parte delle importazioni di gas russo dai gasdotti, con prodotti provenienti da altri fornitori, non è invece riuscita a liberarsi dalle forniture di GNL russo.
Le importazioni di GNL russo fanno parte di una spinta costante da parte dell’UE a sostituire il gas dei gasdotti russi, con il gas sotto forma di GNL.
Mentre l’UE riceve attualmente un gran numero di carichi dagli Stati Uniti e dal Qatar, le forniture dalla Russia, compreso il progetto Yamal LNG di Novatek nell’Artico, sono in contrasto con l’idea generale che l’UE stia riducendo tutte le forme di importazione di energia dalla Russia e i relativi pagamenti.
“È certamente preoccupante che le vendite di GNL russo stiano aumentando, anche verso Spagna e Belgio e ad altri Paesi che si sono impegnati a fondo negli sforzi della NATO e dell’UE per sanzionare la Russia ed esercitare pressioni affinché cessi l’aggressione in Ucraina”, spiega Kristine Berzina, senior fellow per la politica di sicurezza e difesa presso il German Marshall Fund degli Stati Uniti (GMF).
Questo è un segno di solidarietà europea incompleta, Kristine Berzina, Fondo Marshall Tedesco degli Stati Uniti
In effetti, i paesi che prima non importavano gas naturale russo attraverso i gasdotti ora acquistano GNL, spiega Berzina.
“La Spagna non era un cliente dei gasdotti russi, ma ora acquista il GNL russo. Recentemente una nave metaniera russa si è recata in Grecia. Questo è un segno di solidarietà europea incompleta ed è deludente per coloro che vogliono che le sanzioni abbiano il massimo effetto possibile”.
Pagano un GNL costoso
L’aumento del 50% delle importazioni di GNL dalla Russia evidenzia come il Cremlino continui a sfruttare la dipendenza dell’Europa dal gas naturale.
Interrompendo la fornitura di un più economico gas da gasdotto, ad esempio attraverso i gasdotti Nord Stream 1 e 2, e sostituendo parte della fornitura con spedizioni di GNL, la Russia è in grado di spuntare prezzi record per le spedizioni richieste. Il gas naturale liquefatto è generalmente più costoso del gas consegnato via gasdotto.
Le spedizioni verso l’Europa e l’Asia hanno permesso alla Russia di mantenere le sue esportazioni di GNL a livelli record. Quasi l’80% delle esportazioni russe di GNL è stato destinato all’Europa e all’Asia. Il Paese ha spedito una media di 2,78 milioni di tonnellate di GNL al mese nel 2022, rispetto ai 2,62 milioni del 2021 e ai 2,56 milioni del 2019.
I grandi importatori di gas come la Germania non hanno terminali di importazione di GNL.
Kristine Berzina, del German Marshall Fund degli Stati Uniti
L’Europa è in concorrenza anche con gli acquirenti asiatici, come il Giappone, che storicamente si affidano alle forniture di GNL, anche dalla Russia.
Questo ha permesso al Cremlino di impegnarsi in una sorta di “gioco energetico del gatto e del topo” , chiudendo temporaneamente, o nel caso di Nord Stream 1 e 2 in modo permanente dopo il sabotaggio dei gasdotti, alcune vie di approvvigionamento e ampliandone altre e facendo pagare prezzi più alti.
Solo nel settembre 2022 i Paesi dell’UE hanno acquistato quasi 1 miliardo di dollari di GNL dalla Russia.
Il 2023 sarà ancor più impegnativo
La domanda di GNL nell’UE probabilmente aumenterà ulteriormente nel 2023. Nel 2022, all’inizio dell’estate, il blocco è stato in grado di utilizzare il gas dei gasdotti russi per iniziare a riempire i propri serbatoi di gas prima che i flussi dei gasdotti iniziassero a diminuire. L’anno prossimo non esisterà una tale riserva.
La folle corsa alle spedizioni di GNL ha provocato ingorghi nei terminali di rigassificazione europei, dove le navi metaniere possono scaricare il loro carico.
Le importazioni di GNL sono aumentate maggiormente in Spagna, Francia e Portogallo. Tuttavia, molti Paesi dell’UE non gestiscono impianti di rigassificazione, mettendo a nudo come i Paesi dell’UE abbiano trascurato gli investimenti in questo settore.
Invece, paesi come la Germania, che non ha un solo terminale di GNL, si sono affidati esclusivamente alle forniture di gas di gasdotto.
“Non tutti i Paesi possono utilizzare il GNL russo al posto del gas dei gasdotti russi. I grandi importatori di gas come la Germania non hanno terminali di importazione di GNL”, spiega Berzina.
L’UE ha una chiara tabella di marcia per ridurre la sua dipendenza dalla Russia, Raphel Hanoteaux, E3G
La Spagna, invece, gestisce sei terminali di GNL. E anche con questa capacità, più di una dozzina di navi sono attualmente ferme in coda al largo delle coste del Paese, in attesa di scaricare il loro carico.
L’assenza di un sistema di gasdotti che colleghi la Spagna ad altri Paesi europei, significa anche che Paesi come la Germania non possono ricevere facilmente il gas che arriva in Spagna sotto forma di GNL. I piani per la costruzione di ulteriori infrastrutture di gasdotti che colleghino il Portogallo e la Spagna alla Francia e alla Germania sono in fase di realizzazione, ma ci vorranno diversi anni per concretizzarli.
La riduzione della domanda sarà fondamentale
È probabile che il mercato globale del GNL si restringa in modo significativo nei prossimi mesi. La scorsa settimana la Cina ha annunciato che avrebbe interrotto la vendita di GNL ad acquirenti stranieri nel tentativo di ridurre il flusso di GNL in uscita dal Paese.
Secondo gli esperti, gli sforzi per superare la dipendenza dal gas russo, sia dai gasdotti che dal GNL, a lungo termine richiederanno una sostanziale riduzione dei consumi.
“L’UE ha una chiara tabella di marcia per ridurre la sua dipendenza dalla Russia”, afferma Raphel Hanoteaux, Senior Policy Advisor sulla politica del gas presso Third Generation Environmentalism E3G, un think tank indipendente sul cambiamento climatico.
“L’attuazione della legge sul clima consentirebbe all’UE di ridurre il consumo di gas di circa il 35% rispetto al 2019″,
conclude Hanoteaux.
Ulteriori azioni da parte dell’UE, descritte nel piano REpowerEU pubblicato dalla Commissione europea all’inizio di quest’anno, potrebbero consentire al Regno Unito di ridurre il consumo di gas del 52%.
Tuttavia, poiché questi piani di riduzione della domanda sono previsti per il 2030, sembra che per ora l’Europa rimarrà, almeno moderatamente, dipendente dal gas russo, soprattutto sotto forma di GNL.
Fonte e fonte della immagine di apertura:
https://www.highnorthnews.com/en/eu-imports-russian-lng-sore-record-highs-supply-mostly-arctic#:~:text=Home-,EU%20Imports%20of%20Russian%20LNG%20Sore,Highs%3B%20Supply%20Mostly%20from%20Arctic&text=During%20the%20first%20nine%20months,Russia%20increased%20by%2050%20percent
traduzione: M. Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net