Pericoli Ambiente minacciato

NCBI americano: evidenza di nesso tra la malattia coronavirus-19 ed esposizione a radiazioni wireless, incluso il 5G

Scritto da Cristina Bassi

I non allineati, volgarmente e strumentalmente definiti “No-qualcosa” lo sapevano già, ma a ulteriore rinforzo della “tesi”, ecco questo lungo articolo, del 26 ottobre 2021 (di cui traduco una parte), che mette in luce una correlazione tra la covid-19 e il 5G.
La fonte è un ente filogovernativo e “scientifico”: “Il National Center for Biotechnology Information (NCBI), che  fa parte della United States National Library of Medicine (NLM), un ramo del National Institutes of Health (NIH). È approvato e finanziato dal governo degli Stati Uniti. L’NCBI si trova a Bethesda, Maryland ed è stata fondata nel 1988 attraverso una legge sponsorizzata dal deputato americano Claude Pepper” (fonte)
Basterà per ridestare le genti dalla dissonante narrativa plandemica?

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Dossier 5G — Libro

La politica della salute pubblica relativamente alla malattia da coronavirus (COVID-19),  si è concentrata sul virus coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV-2) e sui suoi effetti sulla salute umana, mentre i fattori ambientali sono stati ampiamente ignorati.

Considerando la triade epidemiologica (agente-ospite-ambiente) applicabile a tutte le malattie, abbiamo studiato un possibile fattore ambientale nella pandemia COVID-19: la radiazione di radiofrequenza ambientale dai sistemi di comunicazione senza fili, comprese le microonde e le onde millimetriche.

La SARS-CoV-2, il virus che ha causato la pandemia COVID-19, è emersa a Wuhan, in Cina, poco dopo l’implementazione della quinta generazione (5G) di radiazioni di comunicazione wireless [WCR], e si è rapidamente diffusa a livello globale, dimostrando inizialmente una correlazione statistica tra le comunità internazionali e le reti 5G di recente istituzione.

WCR (wireless communications radiation) come cofattore ambientale tossico

In questo studio, abbiamo esaminato la letteratura scientifica peer-reviewed sugli effetti biologici dannosi del WCR (wireless communications radiation)  e abbiamo identificato diversi meccanismi attraverso i quali il WCR può aver contribuito alla pandemia COVID-19 come cofattore ambientale tossico.

Attraversando i confini tra le discipline di biofisica e fisiopatologia, presentiamo le prove che WCR (wireless communications radiation) può:

(1) causare cambiamenti morfologici negli eritrociti compresa la formazione di echinociti e rouleaux che possono contribuire all’ipercoagulazione;
(2) compromettere la microcircolazione e ridurre i livelli di eritrociti ed emoglobina esacerbando l’ipossia;
(3) amplificare la disfunzione del sistema immunitario, compresa l’immunosoppressione, l’autoimmunità e l’iperinfiammazione;
(4) aumentare lo stress ossidativo cellulare e la produzione di radicali liberi con conseguenti lesioni vascolari e danni d’organo;
(5) aumentare il Ca2+ intracellulare essenziale per l’ingresso, la replicazione e il rilascio di virus, oltre a promuovere percorsi pro-infiammatori; e
(6) peggiorare le aritmie cardiache e i disturbi cardiaci.

In breve, il WCR è diventato un fattore di stress ambientale onnipresente, che proponiamo possa aver contribuito agli esiti negativi sulla salute dei pazienti infettati dalla SARS-CoV-2 e aver aumentato la gravità della pandemia COVID-19.

Pertanto, raccomandiamo che tutte le persone, in particolare quelle affette da infezione da SARS-CoV-2, riducano la loro esposizione al WCR per quanto ragionevolmente possibile fino a quando ulteriori ricerche non chiariranno meglio gli effetti sistemici sulla salute associati all’esposizione cronica al WCR.

1.1. Background: fattori ambientali non sufficientemente esplorati

La malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) è al centro della politica internazionale di salute pubblica dal 2020. Nonostante i protocolli di salute pubblica senza precedenti, per sedare la pandemia, il numero di casi di COVID-19 continua ad aumentare. Proponiamo una rivalutazione delle nostre strategie di salute pubblica.

Secondo il Center for Disease Control and Prevention (CDC), il modello più semplice di causalità delle malattie è la triade epidemiologica composta da tre fattori interattivi: l’agente (patogeno), l’ambiente e lo stato di salute dell’ospite [1].

Sono in corso ricerche approfondite sull’agente, il coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV-2). I fattori di rischio che rendono un ospite più suscettibile di soccombere alla malattia sono stati chiariti.

Tuttavia, i fattori ambientali non sono stati sufficientemente esplorati. In questo articolo, abbiamo studiato il ruolo delle radiazioni di comunicazione senza fili (WCR), un fattore di stress ambientale diffuso.

Esploriamo le prove scientifiche che suggeriscono una possibile relazione tra COVID-19 e le radiazioni a radiofrequenza relative alla tecnologia delle comunicazioni wireless, compresa la quinta generazione (5G) della tecnologia delle comunicazioni wireless, d’ora in poi denominata WCR.

WCR è già stato riconosciuto come una forma di inquinamento ambientale e fattore di stress fisiologico [2]. Valutare gli effetti potenzialmente dannosi per la salute del WCR può essere cruciale per sviluppare una politica di salute pubblica efficace e razionale che può contribuire ad accelerare l’eradicazione della pandemia COVID-19.

Apandemia — Libro

Inoltre, dato che siamo in procinto di una diffusione mondiale del 5G, quindi è fondamentale considerare i possibili effetti dannosi del WCR, per la salute, prima che il pubblico possa venire danneggiato.

Il 5G è un protocollo che utilizzerà bande ad alta frequenza e ampie larghezze di banda dello spettro elettromagnetico, nella vasta gamma di radiofrequenze da 600 MHz a quasi 100 GHz. Questo include le onde millimetriche (>20 GHz), oltre alle bande di microonde di terza generazione (3G) e di quarta generazione (4G) a lunga evoluzione (LTE) attualmente utilizzate.

Le allocazioni dello spettro di frequenza 5G differiscono da paese a paese. Ogni volta che le persone accederanno alla rete 5G, fasci focalizzati di radiazioni pulsate verranno emessi dalle nuove stazioni base e dalle antenne phased array, posizionate vicino agli edifici

Poiché queste alte frequenze sono fortemente assorbite dall’atmosfera e soprattutto durante la pioggia, la portata di un trasmettitore è limitata a 300 metri. Pertanto, il 5G richiede che le stazioni base e le antenne abbiano una distanza molto più vicina, rispetto alle generazioni precedenti.

Inoltre, i satelliti nello spazio emetteranno bande 5G a livello globale per creare una rete mondiale senza fili. Il nuovo sistema richiede quindi una significativa densificazione dell’infrastruttura 4G così come nuove antenne 5G che possono aumentare drammaticamente l’esposizione della popolazione al WCR sia all’interno delle strutture che all’esterno.

È previsto il lancio in orbita di circa 100.000 satelliti emettitori. Questa infrastruttura altererà significativamente l’ambiente elettromagnetico del mondo a livelli senza precedenti e può causare conseguenze sconosciute a tutta la biosfera, compresi gli esseri umani.

La nuova infrastruttura servirà i nuovi dispositivi 5G, tra cui telefoni cellulari 5G, router, computer, tablet, veicoli a guida autonoma, comunicazioni machine-to-machine e l’Internet delle cose.

(…) Il COVID-19 è iniziato a Wuhan, in Cina, nel dicembre 2019, poco dopo che il 5G in tutta la città era “andato live”, cioè diventato un sistema operativo, il 31 ottobre 2019. I focolai di COVID-19 si diffusero presto in altre aree in cui anche il 5G era stato almeno parzialmente implementato, tra cui la Corea del Sud, il Nord Italia, New York City, Seattle e la California meridionale.

Nel maggio 2020, Mordachev [4] ha riportato una correlazione statisticamente significativa tra l’intensità delle radiazioni a radiofrequenza e la mortalità da SARS-CoV-2 in 31 paesi del mondo.

Durante la prima ondata pandemica negli Stati Uniti, i casi e i decessi attribuiti al COVID-19 erano statisticamente più alti negli stati e nelle grandi città con infrastrutture 5G rispetto agli stati e alle città che non avevano ancora questa tecnologia [5].

C’è un ampio corpo di letteratura peer reviewed, da prima della seconda guerra mondiale, sugli effetti biologici del WCR che hanno un impatto su molti aspetti della nostra salute.

Esaminando questa letteratura, abbiamo trovato intersezioni tra la fisiopatologia della SARS-CoV-2 e gli effetti biologici dannosi dell’esposizione al WCR.

Qui, presentiamo le prove che suggeriscono che il WCR è stato un possibile fattore che ha contribuito ad esacerbare la COVID-19.

1.2. Panoramica su COVID-19: eziologia biochimica piuttosto che virale

La presentazione clinica del COVID-19 ha dimostrato di essere molto variabile, con una vasta gamma di sintomi e variabilità da caso a caso. Secondo il CDC, i primi sintomi della malattia possono includere mal di gola, mal di testa, febbre, tosse, brividi, tra gli altri.

Sintomi più gravi tra cui mancanza di respiro, febbre alta e grave affaticamento possono verificarsi in una fase successiva. È stata descritta anche la sequela neurologica della perdita del gusto e dell’olfatto.

Ing et al. [6] hanno determinato che l’80% delle persone colpite hanno sintomi lievi o nessun sintomo, ma le popolazioni più anziane e quelle con comorbidità, come ipertensione, diabete e obesità, hanno un rischio maggiore di malattia grave [7].

La sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) può verificarsi rapidamente [8] e causare una grave mancanza di respiro quando le cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni e le cellule epiteliali che rivestono le vie aeree, perdono la loro integrità e il fluido ricco di proteine si disperde nei sacchi d’aria adiacenti.

COVID-19 può causare livelli di ossigeno insufficienti (ipossia) che sono stati osservati fino nell’80% dei pazienti dell’unità di terapia intensiva (ICU) [9] che presentano distress respiratorio. Sono stati osservati una diminuzione dell’ossigenazione ed elevati livelli di anidride carbonica nel sangue dei pazienti, anche se l’eziologia di questi risultati rimane poco chiara.

In pazienti con polmonite da SARS-CoV-2 [10], è stato osservato un grande danno ossidativo ai polmoni (…) documentate su radiografie del torace e tomografie computerizzate (TC). Questo stress cellulare può indicare un’eziologia biochimica piuttosto che virale [11].  [cioè l’origine della causa può essere non virale… ndt]

Poiché il virus disseminato può attaccarsi alle cellule che contengono un recettore dell’enzima 2 che converte l’angiotensina (ACE2), esso può diffondersi e danneggiare organi e tessuti molli in tutto il corpo, compresi, tra gli altri, i polmoni, il cuore, l’intestino, i reni, i vasi sanguigni, il grasso, i testicoli e le ovaie.

La malattia può aumentare l’infiammazione sistemica e indurre uno stato di ipercoagulabilità. Senza anticoagulazione, i coaguli di sangue (trombi) intravascolari possono essere devastanti [12].

Nei pazienti COVID-19 definiti “a lungo raggio”, i sintomi possono aumentare e diminuire per mesi [13]. Respiro corto, affaticamento, dolore alle articolazioni e dolore al petto possono diventare sintomi persistenti. Sono stati descritti anche nebbia cerebrale post-infettiva, aritmia cardiaca e ipertensione di nuova insorgenza. Le complicazioni croniche a lungo termine della COVID-19 sono in via di definizione man mano che i dati epidemiologici vengono raccolti nel tempo.

1.3. Panoramica sugli effetti biologici dell’esposizione al WCR

Gli organismi sono esseri elettrochimici. Il WCR a basso livello proveniente da dispositivi, comprese le antenne di base della telefonia mobile, i protocolli di rete wireless utilizzati per il collegamento in rete locale di dispositivi e l’accesso a Internet, marchio registrato come Wi-Fi (ufficialmente IEEE 802.11b protocollo Direct Sequence; IEEE, Institute of Electrical and Electronic Engineers) dall’alleanza Wi-Fi, e telefoni cellulari, tra gli altri, può disturbare la regolazione di numerose funzioni fisiologiche.

I bioeffetti non termici … prodotti dall’esposizione a WCR di livello molto basso, sono stati riportati in numerose pubblicazioni scientifiche (…)

Si è scoperto che il WCR a basso livello ha un impatto sull’organismo a tutti i livelli di organizzazione, da quello molecolare a quello cellulare, fisiologico, comportamentale e psicologico.

Inoltre, è stato dimostrato che causa effetti dannosi sistemici per la salute, tra cui un aumento del rischio di cancro [15], cambiamenti endocrini [16], aumento della produzione di radicali liberi [17], danni all’acido desossiribonucleico (DNA) [18], cambiamenti al sistema riproduttivo [19], difetti di apprendimento e di memoria [20], e disturbi neurologici [21].

Poiché gli organismi si sono evoluti all’interno del background naturale di radiofrequenza, estremamente basso, della Terra, essi non hanno la capacità di adattarsi ai livelli elevati di radiazione innaturale della tecnologia di comunicazione senza fili, con modulazione digitale, che include brevi impulsi intensi (burst).

La letteratura scientifica mondiale peer-reviewed,  ha documentato per diversi decenni, prove di effetti biologici dannosi da esposizione WCR, comprese le frequenze 5G .

La letteratura sovietica e dell’Europa orientale dal 1960 al 1970 dimostra significativi effetti biologici, anche a livelli di esposizione, più di 1000 volte al di sotto 1 mW/cm2, la linea guida attuale per la massima esposizione pubblica negli Stati Uniti.

Gli studi orientali su soggetti animali e umani sono stati eseguiti a bassi livelli di esposizione (<1 mW/cm2) per lunghe durate (in genere mesi). Bioeffetti avversi da livelli di esposizione WCR inferiori a 0,001 mW/cm2 sono stati documentati anche nella letteratura occidentale.

Sono stati riportati danni alla vitalità degli spermatozoi umani, compresa la frammentazione del DNA, da computer portatili collegati a internet a densità di potenza da 0,0005 a 0,001 mW/cm2 [22].

(…) Le esposizioni umane alle radiazioni dei telefoni cellulari a 0,00001 – 0,00005 mW/cm2 hanno provocato lamentele di mal di testa, problemi neurologici, problemi di sonno e di concentrazione, corrispondenti alla “malattia da microonde” [24,25].

Gli effetti del WCR sullo sviluppo prenatale nei topi posti vicino a un “parco di antenne” esposti a densità di potenza da 0,000168 a 0,001053 mW/cm2 hanno mostrato una progressiva diminuzione del numero di neonati e si sono conclusi con una sterilità irreversibile [26].

(…) Negli ultimi anni, ci sono stati pochi studi a lungo termine su animali o umani.

fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/labs/pmc/articles/PMC8580522/
traduzione: M.Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net