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Dr Mercola: One Health e perché i Paesi devono lasciare l’Organizzazione Mondiale della Sanità

Scritto da Cristina Bassi

Uscire dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è d’obbligo per quei Paesi che abbiano a cuore la libertà individuale e il rispetto della inviolabilità del corpo.  Questo il concetto chiave del dr Mercola in questo articolo che traduco e sintetizzo nel seguito.
Il dr Mercola (QUI altri articoli) da anni tiene online i suoi articoli per 48 ore, per evitare gli attacchi censori, è quindi inutile citare il link diretto della fonte, ma qui dovrebbe essere possibile scaricare il pdf.
(foto di apertura dall’articolo originale)

 

I Paesi che hanno a cuore la libertà individuale e rispettano l’autonomia del corpo, hanno una sola scelta: Uscire dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. È ormai chiaro che l’OMS intende eliminarle entrambe e non solo, attraverso un programma internazionale chiamato One Health, adottato formalmente dall’OMS e dai ministri della salute del G20 nel 2017.1

Il termine “One Health” è stato coniato per la prima volta da EcoHealth Alliance,2 il gruppo che ha subappaltato la rischiosa ricerca “gain of function” (guadagno di funzione) all’Istituto di virologia di Wuhan (WIV)

Con il senno di poi, è facile capire che il piano dei globalisti per concentrare il potere è in atto da decenni, e il manuale è sempre lo stesso: “Dateci più potere, così potremo proteggervi e tenervi al sicuro”. Purtroppo, ogni volta che diamo loro più potere, ci ritroviamo meno sicuri e meno liberi.

Che cos’è l’One Health?

Nel video alla fonte di questo articolo, la dottoressa Meryl Nass spiega le implicazioni di One Health. In breve, il nostro intero stile di vita, la nostra libertà, la nostra qualità di vita – anzi, la nostra stessa umanità – sono ora in gioco.

One Health è fondamentalmente il culmine di un grande piano globale che pone la salute umana, la salute animale, le preoccupazioni ambientali, il cibo, i viaggi, gli alloggi e tutto il resto sotto un unico ombrello, e l’OMS è stata istituita come organo decisionale centrale e supervisore di tutto questo.

Come spiegato dalla Nass, il concetto di One Health si basava inizialmente sull’idea che veterinari e medici avessero maggiori possibilità di combattere le malattie zoonotiche – infezioni che passano da una specie all’altra – lavorando insieme. Sebbene sia un’idea ragionevole, il concetto è stato dirottato dai globalisti che hanno visto che poteva essere usato per ottenere potere e controllo su tutto il mondo.

L’agenda One Health si basa sulla premessa che un’ampia gamma di aspetti della vita e dell’ambiente possono avere un impatto sulla salute e quindi rientrano nel “potenziale” di causare danni.

One Health è presente anche nelle modifiche proposte al Regolamento sanitario internazionale (IHR) del 2005. In questo modo l’OMS otterrà l’autorità di dettare il modo in cui viviamo la nostra vita.

Come ha osservato Nass, “in pratica stanno cercando di mettere tutto il mondo sotto One Health”. Nel frattempo, One Health “manca di un sistema concettuale, di prove reali e di un metodo per essere implementato e valutato”, osserva.

Lo stesso piano d’azione congiunto One Health è un minestrone di parole. Non ci dice nulla, se non che si tratta di formare una coalizione globale per “guidare il cambiamento” e trasformare la vita a “livello globale, regionale e nazionale” con il pretesto della “salute”.

La rete One Health è già stata costruita

Dietro le quinte, sono già stati creati partenariati One Health in paesi di tutto il mondo. Secondo Nass, la rete One Health è stata costruita ed estesa negli Stati Uniti principalmente tagliando i fondi per la sanità pubblica. One Health è poi intervenuto con finanziamenti ma, naturalmente, i beneficiari delle sovvenzioni One Health hanno dovuto abbracciare il concetto e diffonderlo ad altri.

I National Institutes of Health (NIH), la National Science Foundation (NSF), i Centers for Disease Control and Prevention (Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie), il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), le organizzazioni non governative e le università stanno erogando fondi per espandere la rete One Health negli Stati Uniti.

Il concetto di One Health si sta insinuando anche nel sistema scolastico, dove agli studenti viene insegnata l’importanza della “cittadinanza responsabile”, della “sensibilità culturale” e della “mentalità globale”. Le stesse tattiche sono utilizzate per costruire questa rete anche in altri Paesi.

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Nelle modifiche al RSI (Regolamento Sanitario Internazionale) hanno inserito la salute pubblica

Come spiegato dalla Nass,5 One Health è presente anche nelle modifiche proposte al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) del 2005, che l’Assemblea Mondiale della Sanità (AMS) dovrebbe votare nel maggio 2024. In questo modo l’OMS otterrà l’autorità di dettare il modo in cui viviamo la nostra vita.

“Quindi, le persone devono essere consapevoli che questo sta arrivando, è un treno in corsa e dobbiamo fare il possibile per fermarlo, cosa che possiamo fare uscendo dall’OMS”, afferma la Nass.

Come ha osservato la Nass, negli Stati Uniti un piccolo gruppo di legislatori nazionali sta presentando proposte di legge alla Camera6,7 e al Senato8,9,10 per richiedere l’approvazione a maggioranza del Senato del trattato OMS prima della sua firma.

Nel Regno Unito, i parlamentari conservatori stanno mettendo in guardia i ministri da una “evidente ambizione… che l’OMS passi da un’organizzazione consultiva a un’autorità internazionale di controllo” e stanno sollecitando il Ministero degli Esteri a bloccare gli sforzi ad “intromettersi materialmente nella capacità del Regno Unito di stabilire le proprie regole e controllare i propri bilanci”.11

Andrew Mitchell, ministro degli Esteri, ha giurato di “bloccare qualsiasi legge che impedisca al Regno Unito di definire la propria politica sanitaria”, ma ha anche sottolineato che il Regno Unito è “favorevole al trattato sulle pandemie attualmente in fase di negoziazione da parte dei governi nazionali “12 e che tale trattato, nella sua forma attuale, elimina completamente la sovranità degli Stati membri.

Anche i cittadini di altri Paesi devono informare i loro legislatori dei pericoli di One Health, degli emendamenti all’IHR e del trattato sulle pandemie attualmente in esame, e invitarli a proteggere le loro nazioni da questa presa di potere furtiva.

In sintesi, One Health è un progetto globale di centralizzazione del potere dell’OMS, che avrà l’autorità di controllare ogni aspetto della vita umana, in tutto il mondo, senza alcun riguardo per la sovranità nazionale o i diritti umani.

Tutte le contromisure, comprese quelle utilizzate durante la pandemia di COVID, possono essere impiegate per contrastare fenomeni quali il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, le malattie non trasmissibili, l’inquinamento, la fame, la povertà e così via.

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Tra le tattiche, anche avvertimenti esagerati di sventura

In un articolo di Substack del 25 maggio 2023, la Nass sottolinea i tre elementi usati ripetutamente per spingere quello che è in definitiva un programma di sopraffazione globale:13

Un avvertimento esagerato sull’imminente sventura
Una descrizione totalmente inaccurata della causa
Una soluzione vaga che avvantaggia i globalisti a spese della popolazione in generale.

Questi sono stati utilizzati durante la pandemia di COVID ed anche per spingere la falsa idea che la resistenza agli antibiotici sia causata dal riscaldamento globale e che quindi richieda un approccio più completo, un approccio One Health.

Nass cita un rapporto del febbraio 2023 del Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) intitolato “Bracing for Superbugs: Strengthening Environmental Action in the One Health Response to Antimicrobial Resistance” (Allerta per i germi multiresistenti, Rafforzare l’azione ambientale nella risposta sanitaria alla resistenza antimicrobica). 14

L’UNEP è una dei 4 Enti internazionali che stanno portando avanti l’agenda One Health a livello globale e, secondo questo rapporto, il fatto che le nazioni stiano già affrontando la resistenza agli antibiotici non è sufficiente.

È invece necessario che tutti i Paesi lavorino insieme con un approccio unico e coordinato che includa “piani legati all’ambiente, come i programmi nazionali di gestione dell’inquinamento chimico e dei rifiuti, la pianificazione nazionale della biodiversità e dei cambiamenti climatici”.

I Paesi devono anche trovare “incentivi e schemi finanziari innovativi” per pagare il piano d’azione proposto e “garantire un finanziamento sostenibile”. L’UNEP chiede anche “interfacce tra scienza e politica”, la definizione delle priorità degli interventi e il rafforzamento dei sistemi di sorveglianza. Sottolinea inoltre che tutte le strategie impiegate devono “utilizzare l’approccio One Health, tenendo conto dei contesti finanziari/commerciali, climatici e culturali”.

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Minaccia di epidemie aggravate dal clima

Se i lockdown e simili sembrano incredibili, iniziate a prestare attenzione a ciò che leggete nelle notizie. Ad esempio, PR Newswire16 ha recentemente annunciato una partnership tra l’OMS e la Fondazione Rockefeller finalizzata alla “sorveglianza genomica, all’adozione di strumenti di dati per l’individuazione di agenti patogeni e alla valutazione delle minacce di epidemie aggravate dal clima”.

Sempre più spesso vediamo che le “minacce di pandemia” sono legate a fattori come il cambiamento climatico, in modo che la prima possa essere usata per giustificare un’azione drastica sulla seconda. Come riportato da PR Newswire:17

“La Fondazione Rockefeller e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno annunciato una nuova partnership per rafforzare il WHO Hub for Pandemic and Epidemic Intelligence.

Come parte della collaborazione, la Fondazione sta investendo 5 milioni di dollari in partner che lavorano con l’OMS per coltivare reti globali per l’individuazione di agenti patogeni e rafforzare le capacità di preparazione alle pandemie, tra cui l’ampliamento della sorveglianza per le malattie aggravate dall’aumento delle temperature e da condizioni meteorologiche estreme”.

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La minaccia di nuove pandemie

Non c’è dubbio che ci troveremo di fronte ad altre pandemie, perché la minaccia delle pandemie è ciò che spinge alla centralizzazione globale del potere. I globalisti che hanno messo in pratica quella che sarebbe diventata la risposta globale COVID, ci hanno anche detto che ci saranno altre pandemie e, a questo punto, sarebbe sciocco non credergli. Quindi, quale potrebbe essere la prossima pandemia e quando potrebbe colpire?

Il 23 ottobre 2022, l’OMS, la Johns Hopkins University e la Fondazione Bill & Melinda Gates hanno organizzato un’esercitazione da tavolo denominata “Contagio catastrofico”, che ha coinvolto un’infezione nuova (e presumibilmente fittizia) chiamata “sindrome respiratoria da enterovirus epidemico grave 2025” (SEERS-25), che colpisce principalmente bambini e adolescenti.

Si tratta degli stessi gruppi che hanno gestito l’Evento 201, che si è rivelato essere una simulazione di pandemia per il COVID. Secondo la simulazione di Catastrophic Contagion, il SEERS-25 – un enterovirus simile al virus della polio – avrà origine in Brasile nel 2025.

Abdullah Assiri, co-presidente del Gruppo di lavoro dell’OMS sugli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (WGIHR), ha recentemente dichiarato18 che il mondo “ha bisogno di un diverso livello di obblighi legali” per affrontare le future pandemie e che “le azioni che possono limitare le libertà individuali” sono una priorità.

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Chi sta prendendo decisioni per conto nostro?

È chiaro che l’idea che globalisti non eletti e che non vengano ritenuti responsabili, stiano cercando di eliminare le libertà individuali e di implementare un sistema totalitario di controllo globale dall’alto verso il basso, non è una “teoria del complotto” strampalata. È un dato di fatto e noi, il pubblico, non abbiamo voce in capitolo.

È ormai imperativo che la gente capisca dove siamo diretti e che le misure del COVID non sono state solo una risposta a una determinata pandemia, ma piuttosto le fondamenta di un unico governo mondiale totalitario, dove i diritti e le libertà umane non esisteranno più.

Questa è probabilmente la sfida più grande che l’umanità abbia mai affrontato come collettività e richiede una forte resistenza collettiva. Affinché tale resistenza si verifichi, tuttavia, le persone devono capire cosa sta succedendo e come tutti questi programmi, trattati, partnership e agende lavorano insieme.

Fanno tutti parte dello stesso schema, che è quello di implementare un governo tecnocratico totalitario mondialista sotto il quale gli esseri umani non hanno alcun valore intrinseco

fonte: articolo del 5 giugno 2023 del dr Mercola, online per pochi giorni e reperibile in pdf qui
sintesi e traduzione: M.Cristina Bassi per www.thelivingspirits.net